Le patate fritte fanno bene o fanno male? – La Dott.ssa Feola consiglia

Cosa succede quando le mangiamo? Perché non riusciamo a smettere di consumare la patate in busta o preconfezionate?

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Cosa succede quando le mangiamo? Perché non riusciamo a smettere di consumare la patate in busta o preconfezionate?
La credenza popolare ritiene che la patata lessa sia la soluzione ideale per rimanere in forma, invece il trionfo è per la versione fritta! Ma…
Le patate, il tubero amato da tutti e’ visto come nemico della dieta, soprattutto se fritto. Le patate non sono da considerarsi verdure. Vige sempre la regola delle 3 P: pane, pasta e patate mai nello stesso pasto, per motivi di composizione nutrizionale similare. Si tratta di sostituti che possono essere consumati, nelle giuste quantità, nella dieta quotidiana. La credenza popolare ritiene che la patata lessa sia la soluzione ideale per rimanere in forma, senza compromettere la dieta, invece sorprendentemente, il trionfo è per la versione fritta! L’indice glicemico IG è un sistema di classificazione in cui si misura la velocità di digestione e assorbimento dei cibi a contenuto di carboidrati ed il loro effetto sulla glicemia, ovvero sui livelli di glucosio nel sangue. Un cibo con IG alto produce un alto picco glicemico (es. zucchero) dopo il suo consumo; al contrario, un alimento con IG basso provoca un lento rilascio di glucosio ematico (es. cereale integrale). Durante la cottura/bollitura, la patata rende disponibile i suoi amidi; di conseguenza avremo un cibo con indice glicemico molto alto. Ciò comporterà una stimolazione dell’insulina e quindi uno stoccaggio dei grassi. Conseguenza? Si ingrassa!

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Cosa succede invece con le patatine fritte?
Il picco insulinico viene limitato e si attiva anche una seconda funzione che interviene a favore delle donne: la ritenzione idrica. Fritta in olio extra vergine di oliva, subisce uno shock termico; questo rende resistenti gli amidi di superficie che non saranno quindi disponibili completamente alla loro metabolizzazione. Otteniamo un doppio vantaggio:
-cibo che ha un indice glicemico più basso (ottimo anche per chi ha problematiche diabetiche);
-grazie a questo tipo di cottura, si stimola il fegato alla disintossicazione promuovendo il drenaggio dei liquidi. Quindi anche per le donne che soffrono di ritenzione idrica la patata fritta è approvata.
Non possiamo mangiare patatine fritte in quantità illimitate: quantità e qualità sono importantissime. La tipologia di frittura e il condimento rivestono un ruolo chiave.
Bandito il SALE, nemico di ritenzione idrica e ipertensione; come insaporire le patatine? Via libera a spezie come curcuma e curry, antinfiammatori naturali, ricchi di sapore. Una nuova ricerca evidenzia uno stretto legame tra il mangiare troppe patate fritte e un elevato rischio di morte prematura. Le patatine fritte fanno male se mangiate senza moderazione. Se quelle precotte e surgelate potrebbero essere cancerogene e in genere potrebbero provocare dipendenza, ora una nuova ricerca evidenzia addirittura uno stretto legame tra il mangiare troppe patate fritte e un elevato rischio di morte prematura. Secondo uno studio pubblicato dall’American Journal of Clinical Nutrition, mangiare patatine fritte due o più volte la settimana può aumentare, fino a raddoppiare, il rischio di mortalità negli adulti. Dalla ricerca è emerso che chi consuma patate fritte più di due volte alla settimana segue già di suo uno stile di vita malsano e questo porta all’aumento del rischio di morte. Per lo studio, i ricercatori hanno seguito le abitudini alimentari di
4.440 persone di età compresa tra i 45 e i 79 per otto anni. Dopo aver adattato diversi fattori, è emerso che mangiare generalmente le patate (anche tantissime) non aumentava il rischio di morte di una persona. Ma analizzando gli stili di vita dei diversi partecipanti, i ricercatori hanno scoperto che mangiare troppe patate fritte portava a un rischio più di raddoppiato di morte. La quantità di patatine che avevano mangiato è stata studiata chiedendo loro di compilare un questionario alimentare. A conclusione dello studio, delle 4.440 persone che hanno partecipato, 236 partecipanti sono morte alla fine del follow-up di otto anni. Di fatto anche altri fattori potrebbero aver influenzato i risultati dello studio, tra cui senza dubbio la qualità di patate fritte mangiate e l’accostamento a qualcosa. Ad esempio, mangiare solo alcune patate fritte con un’insalata è cosa ben diversa che mangiarle con un cheesburge!

Non mangiare mai più patate fritte? 👇

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Non mangiare mai più patate fritte?
La verità è nel mezzo: una volta ogni tanto qualche patatina fritta non fa male, ma meglio preferire quelle fatte in casa e fritte opportunamente.
Le patatine fritte in busta fanno male?
Una ricerca condotta su alcune note marche di patatine fritte in busta che acquistiamo di norma nei supermercati ha dato risultati assai preoccupanti. Un terzo del campione è al di sotto della sufficienza. Due tipi addirittura sono al limite della soglia di riferimento che è di 1.000 microgrammi per chilo mentre ben quattro lo superano. Purtroppo però non si tratta di prodotti fuorilegge perchè, come sottolinea l’analisi, per l’acrilammide non c’è un vero limite. Anche se l’Efsa sostiene che questa sostanza può aumentare il rischio di sviluppare un cancro per i consumatori in tutte le fasce di età.
Perché non riusciamo a smettere di mangiare la patatine fritte un busta?
Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori australiani dell’università di Deakin che ha portato avanti una ricerca. Il responsabile sarebbe il tanto sale presente in questa patatine. Il sale, infatti, indurrebbe le persone a mangiare di più, inglobando così circa l’11% in più di calorie.

Il vademecum del buon fritto 👇

Il vademecum del buon fritto
1 Usare sempre l’olio extravergine di oliva e mai olio di semi. Ha un alto punto di fumo, regge meglio le alte temperature e contiene grassi monoinsaturi.
2 L’olio deve essere bollente in modo che l’alimento non assorba grasso in eccesso, la temperatura deve essere di 180 gradi (con un termometro per alimenti è possibile la verifica della temperatura).
3 Non aggiungere olio fresco all’olio usato, l’olio aggiunto si deteriorerà’piu’ facilmente a contatto con quello usato.
4 Usare l’olio solo per una frittura, per una cottura di oltre 15 minuti portarne a temperatura dell’altro e eliminare il precedente.
5 Friggere poco cibo per volta per evitare che la temperatura dell’olio si abbassi troppo. 6 Salare e speziare a cottura ultimata: il sale richiede acqua, il fritto risulterebbe molle. Le spezie incentivano l’ossidazione.
7 Usare tanto olio: 10 parti di olio per una parte di alimento: meno olio si usa piu’ si verifica un effetto spugna; tendera’ ad essere assorbito. Invece se l’olio è abbondante si otterrà’ un fritto meno unto,
8 Tagliare il cibo a pezzi piccoli in modo che bastino 1-2 minuti per la cottura, più la cottura è veloce più’ è sana e sono mantenute le proprietà’ organolettiche dell’alimento.
9 L’olio usato va gettato in discarica dove verra’ idoneamente smaltito
10 Friggere poco e bene: non usare una qualita’ di olio scadente e non riutilizzarlo!
Per friggere è necessario adottare accorgimenti particolari, perche’ c’è il rischio che l’olio sviluppi sostanze nocive per la salute. Acrilamide e acroleina sono infatti tra le molecole maggiormente lesive: la prima cancerogena, la seconda lesiva per stomaco e fegato. Ma occorre sfatare un mito: se ben fatto, non è nocivo, è importante non eccedere con la frequenza e la quantità’ quindi e che il fritto sia fatto in maniera corretta!
dott.ssa Caterina Feola

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Fonti
-Alimentazione in equilibrio. Curiosita’, Miti alimentari: vero o falso? Salute. A. Rossoni. (’12). -Cefalunews.org. Patatine fritte in busta, la medicina risponde. (’20).
-Greenme.it. Salute e alimentazione. Nutrizione. Le patatine fritte raddoppiano rischio di mortalita’. G. Carillo. (’17). -Patatine a dieta? Blog Dot.sa M. Mapelli. (’21).

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