“Direzione Santiago – le emozioni di un Cavaliere” Sedicesima tappa: da Villafranca del Bierzo a Fonfria
Sedicesima tappa - Da Villafranca del Bierzo a Fonfria.
Il quotidiano online News & Social si arricchisce di un'ulteriore rubrica dal titolo : "Direzione Santiago - Le emozioni di un Cavaliere" curata da Vins Tramontano, pellegrino Commendatore dell'Ordine del Cammino di Santiago.
Vins Tramontano ci racconterà del suo cammino per raggiungere Santiago de Compostela (Spagna), vivremo questa sua esperienza attraverso le sue emozioni e la narrazione delle tappe
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Sedicesima tappa – Da Villafranca del Bierzo a Fonfria
Fresco di un sonno riposante ed ansioso di partire mi svegliai al cantar del gallo, alle 06:00. Quel giorno mi attendeva un percorso naturalistico, tre passi di montagna e tanta vegetazione con il clima probabilmente fresco. Ma il fresco cominciai già a sentirlo all’uscita dalla struttura, tanto che misi la giacca tecnica e la tenni per tutta la giornata. All’uscita di Villafranca del Bierzo salutai il monumento al Pellegrino posto prima del ponte sul fiume Burbia, seguii il torrente fino a Valarce e camminai all’ombra di pioppi per molti chilometri, a metà mattinata avevo fame ma non trovai posti di ristoro. Notai ai margini della strada un signore dedito a curare il suo orto, mentre mi guardava lo salutai “Olà senor, buenas dia”, mi indicò di andare da lui, lo raggiunsi, mi chiese di fermarmi, prese da una busta un pezzo di tortilla, la divise e mi disse di fargli compagnia, fu una merenda appetitosa. Con il signor Pedro ci scambiammo alcune battute e i numeri telefonici e immancabilmente da allora ogni anno ci inviamo gli auguri per le grandi occasioni. Comunque, mi fermai per fare scorte alimentari a Vega de Valcarce, nell’immediato mangiai due banane e un uovo sodo. Da molti commenti questa è definita la tappa regina del cammino francese, un percorso emozionante tra Villafranca del Bierzo e O Cebreiro. Lungo il cammino salutavo tutti quelli che incontravo, ai pellegrini dicevo “Buen Camino”, agli uomini locali dicevo “Senor buonas dia”, alle donne dicevo “Senora buonas dia”, e devo dire che rispondevano tutti con sorriso, alcuni aggiungevano anche suggerimenti, come quello di un signore che camminò con me per almeno dieci chilometri. Un vecchietto simpatico, con il passo da camminatore incallito, in quel tratto mi raccontò un pò della sua vita, ogni tanto mi diceva “entiende?” E poi mi faceva delle domande: “De dónde es”, “Cuál es su nombre”? Si chiamava Alejandro, al saluto mi disse: “Buen viaje peregrino”, ed io gli risposi “Buona vita simpatico amico”. Nel pieno del tratto di salita più difficile del Cammino di Santiago, con un dislivello di 700 metri, la salita diventava impegnativa, prima lungo la strada poi tramite un sentiero che attraversava punti panoramici, erano emozioni adogni sguardo, lo scenario era stupendo, camminavo tra cespugli di fiori, mi fermai ad ammirare e leggero salivo verso la vetta. Dopo l’ultimo centro abitato, La Laguna, sembrava di scalare un passo di montagna, poco piu avanti mi trovai al cospetto di una grande insegna in pietra che segnava l’ingresso in Galizia. Anche quello fu un momento significativo del Cammino, dopo aver attraversato la Navarra, la Rioja e l’interminabile Castilla y León con le sue “mesetas”, mi dava molta soddisfazione essere arrivato fino li, sentendomi ripagato per gli sforzi compiuti.
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