“Il rumore del silenzio” rubrica a cura di Antonella Flauto – Anna Achmatova e l’acmeismo

Anna Achmatova e l'acmeismo
Nei primi anni del '900, accanto al simbolismo, si affiancano o contrappongono altri gruppi d'avanguardia, fra questi l'acmeismo (dal greco vertice, culmine)

Fondato dal poeta russo Gumilev intorno al 1910, l’acmeismo si proponeva di far uscire la poesia “dalla foresta dei simboli”, farle accettare la realtร  senza alcuna riserva, in tutte le sue contraddizioni. Per farlo occorreva un ritorno alla semplicitร  e alla chiarezza di linguaggio, creando un qualcosa che rispecchiasse una riflessione esistenziale di vastissima portata.

Fra i membri di maggior spicco di tale movimento rientrano Anna Achmatova, moglie di Gumilev, e il poeta Osip Mandel’stam. In un periodo storico dilaniato dalle persecuzioni delle purghe staliniane, la voce di questi due poeti si leverร  alta per testimoniare tutto l’orrore, il dolore, lo strazio di chi si รจ visto strappare via ogni cosa, compresi casa e affetti, e costretto, ma inutilmente, al silenzio. Perchรฉ se รจ vero che tutto passa e di conseguenza anche il totalitarismo e i suoi anni bui, รจ pur vero che resta la testimonianza di coloro che, grazie al potere della scrittura, ci ricordano di come l’uomo puรฒ in un attimo, stupidamente e facilmente, perdere i suoi connotati umani, lasciando il posto a quelli piรน infimi e bestiali, spazzando cosรฌ via, in un lampo, ogni traccia di comunione, civilizzazione e solidarietร .

DALLA RACCOLTA ”LA CORSA DEL TEMPO”: ๐Ÿ‘‡

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Anna Achmatova e l'acmeismo

DALLA RACCOLTA ”LA CORSA DEL TEMPO”:
Diciassette mesi che grido,
ti chiamo a casa.
Mi gettavo ai piedi del boia,
figlio mio e mio incubo.
Si รจ confuso tutto per sempre,
e non riesco a comprendere
chi รจ una belva, chi รจ un uomo,
e se attenderรฒ a lungo il supplizio.
Rigogliosi fiori soltanto,
tintinnio del turibolo e tracce
chissร  dove, nel nulla.
E mi fissa dritto negli occhi
e minaccia prossima morte
un’enorme stella.
(1939)
Fosti la mia beata culla,
cupa cittร  sul fiume minaccioso,
e il maestoso letto nuziale
su cui libravano corone
i tuoi giovani serafini,
cittร  amata di un amore amaro.
Tu, severa, tranquilla, brumosa,
eri il soglio delle mie preghiere,
qui per primo comparve l’amato
a mostrarmi una via luminosa,
e qui la mia Musa dolorosa
mi conduceva, come una cieca.
(1914)
NOTA BIBLIOGRAFICA
Anna Achmatova – La corsa del tempo, Giulio Einaudi editore, 1992, โ‚ฌ17.50

A CURA DI ANTONELLA FLAUTO

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