“Direzione Santiago – le emozioni di un Cavaliere” Diciannovesima tappa: da Ribadiso a Santiago de Compostela
Diciannovesima tappa: da Ribadiso a Santiago de Compostela
Il quotidiano online News & Social si arricchisce di un'ulteriore rubrica dal titolo : "Direzione Santiago - Le emozioni di un Cavaliere" curata da Vins Tramontano, pellegrino Commendatore dell'Ordine del Cammino di Santiago.
Vins Tramontano ci racconterà del suo cammino per raggiungere Santiago de Compostela (Spagna), vivremo questa sua esperienza attraverso le sue emozioni e la narrazione delle tappe
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Diciannovesima tappa: da Ribadiso a Santiago de Compostela
Stanotte non ho dormito, tanta era l’ansia e la gioia che sentivo di arrivare a Santiago, uscii dall’albergue con il buio, nonostante una fitta nebbia che sembrava pioggerellina, iniziai a camminare accodandomi a un gruppetto che andava ad un buon passo. Non era pigrizia la mia, l’arietta fresca non mi è mai piaciuta, quindi ne approfittavo per risparmiare le forze in attesa del bel tempo. Ahimè il clima non cambiò nemmeno a venti chilometri dalla meta, quando attraversai il bosco di eucalipti, apprezzai il gradevole profumo che emanavano, ma la pioggia rallentava il passo. Dopo aver camminato per parecchi chilometri con la pioggia, nonostante le protezioni l’acqua era entrata nelle scarpe, sentivo fastidiosi disturbi dai piedi, soprattutto a quello sinistro. Negli ultimi giorni non avevo rispettato le dovute pause, pensando, “tanto mi riposo all’arrivo”, invece le fitte si facevano sempre piu acute, tanto che camminavo con un solo piede, sostenuto dal bastone. Mi sorprese quella tappa, nel vedere la molteplicità di pellegrini diretti verso Santiago, tanti gruppetti, tante persone sole e molti in bici, non ebbi contezza di quanti “Buen camino” ho ripetuto quel giorno, tuttavia fu piacevole sentirsi in compagnia. Dopo una breve sosta al Monte de Gozo ebbi la consapevolezza che ero arrivato, il passaggio alla Porta del Cammino mi sembrò il passaggio sotto l’arco di trionfo, la passerella fino a Plaza de Immaculada, scesi le scale con tanti pellegrini e sotto l’Arco de Palacio, mentre cornamuse intonavano musiche celtiche, il cuore mi batteva forte, stavo facendo gli ultimi metri di 800 chilometri, sentivo di essere alla fine del mio cammino. Girai l’angolo e si aprì al mio sguardo piazza Obradoiro, ammirai il palazzo Municipio e poi l’incanto si materializzò, la maestosità della cattedrale mi lasciò a bocca aperta, tanta era la sua bellezza. Mi sentii piccolo, mi portai al centro della piazza e rimasi senza parole, tanta era l’emozione, eppure durante il cammino avrei voluto dire tante cose.
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