Continua la grave denatalità in Italia
L'Italia, il Bel Paese, che aveva come simbolo i bambini della pasta Barilla, dei biscotti della Mulino Bianco o della Nutella, non cresce più demograficamente.
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Detto in parole povere, la nostra Nazione soffre di denatalità, ossia non nascono tanti bambini quanti se ne aspetterebbe. Questo dato, in realtà, in fasi alterne, in diverse regioni è rimasto inalterato dal lontano 2008! Già ho discusso dell’argomento in un articolo apparso su The Notice il 1° dicembre dell’anno scorso, solo che ora l’Europa guarda con preoccupazione alla realtà italiana, che riguarda principalmente le Regioni centrali e la Sardegna, mentre il Nord ed il Sud hanno nascite costanti sebbene sempre in linee generali, perchè nel particolari Milano come Napoli sono in decremento demografico. Un problema gravissimo che tocca pungente tutta l’Italia con conseguenze molto dolorose, quali lo spopolamento, la chiusura di plessi scolastici e il gap tra invecchiamento e nascite nella popolazione. Secondo i dati Istat, tra il 2008 ed il 2021 solo Roma ha avuto un calo delle nascite del 34,9 %, il Centro del 34%, il Nord del 30% ed il Sud del 28, 9%. In totale si è passati dalle 576.659 nascite del 2008 al 400.249 del 2021. A livello politico, si vorrebbe intervenire sia sul welfare che sull’importanza di fare dei figli. Molti non si sposano o non convivono, non pensando a creare una famiglia; altri per motivi lavorativi vi hanno rinunciato, anche per le rette degli asili. Un argomento su cui ritorneremo, sperando che l’Italia ritorni ubertosa per prole.
Articolo a cura di Giuseppe Papale
Foto Openpolis
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