Il problema di fondo è che il listino prezzo carburante in Italia è molto più alto della media europea. Inoltre, ricordiamo, che troppo spesso i benzinai incrociano le braccia, ogni volta che si affronta anche il minimo cambiamento. A livello più alto, si dice, la colpa è delle grandi imprese petrolifere, in quanto, nonostante diversi giacimenti non hanno macchinari adeguati e quindi meno estrazione di petrolio e prezzi più alti. Questa la prima causa. La seconda causa è la differenza di prezzo tra Italia ed il resto dell’Europa, che essendo più green ha meno pompe di benzina e meno richiesta ma pompe di benzina più efficienti. La terza causa è la miriade di ditte di pompe di benzina, che, anche singolarmente, lavorano nel Bel Paese, provocando un rialzo per sostenersi. Sia l’Antitrust che i sindaci hanno proposto la chiusura di diverse ditte ma non c’è stato verso di farlo. Inoltre, l’ultima causa è stato che spesso, proprio a causa dei costi del carburante e quindi delle meno auto che effettivamente fanno il pieno, i conti per i benzinai non tornano e quindi si evade, come ha dimostrato un’inchiesta della magistratura relativa alle pompe autonome, vendendo a prezzi ridotti e non pagando tasse.
Articolo a cura di Giuseppe Papale
Foto Forbes
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