Camminare nell’antica Roma – a cura di Giuseppe Papale
I Romani inventarono le strade ma dovettero presto confrontarsi anche con problemi strutturali di manutenzione e di traffico intenso con relativi rumori diurni e notturni.
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Se passeggiassimo per Pompei ed Ercolano, infatti, risalta il fatto che la larghezza delle strade non era così ampia per i transiti e anche per i pedoni. La scena che ci si immagina, allora, era come ci dicono Orazio, Giovenale ed altri scrittori, un viavai di pedoni che passeggiavano insieme a carri agricoli e commerciali, portantine per i nobili e bambini che giocavano a rincorrersi. Ciò provocava qualcosa cui forse non siamo abituati, l’inquinamento acustico, nonchè qualcosa cui purtroppo vediamo tutti i giorni, gli incidenti stradali. Questi ultimi, secondo le epigrafi, coinvolgevano donne, bambini e uomini, per la maggior parte schiavi e perdigiorno. Nonostante le strade furono ricostruite dopo ogni incendio, il problema sussisteva. La decisione di Cesare con la Lex Iulia Municipalis di far transitare i carri di notte provocò un’innalzamento dell’inquinamento acustico, tra lo scalpitio dei cavalli, dei carri, dei facchini e di tutti i commercianti, non facendo dormire bene molti romani antichi.
Articolo a cura di Giuseppe Papale
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