A livello architettonico abbiamo la parte più antica risalente al VII-IX secolo, mentre nell’XI secolo vengono aggiunte due campate, due atrii, di cui uno con varie decorazioni faunistiche simboliche. A livello ornamentale da segnalere l’albero della vita ma gli influssi sono multiculturali, specialmente persiani, siriaci e carolingi: ai primi rimandano i grifoni alati che si cibano dei frutti dell’albero della vita, siriaca gli ornamenti nastriformi, carolingio il nartece. Fu il magister Mazulo a cambiarne l’assetto, inserndovi un nartece con tre grandi arcate. L’interno, a tre navate, con materiale romano-bizantine come le colonne, il pavimento marmoreo in opus sectile, databile fra il VI al XII secolo, con l’aggiunta di mostri ed elementi geometrici e florealo spesso simbolici ( il leone la resurrezione di Cristo, il drago il male, il cervo Cristo, gli uccelli con ali a riposo la condizione umana). Le pareti, invece, sono affrescati dalla scuola bolognese del ‘300 vi è rappresenta la parola della Bibbia.
A livello culturale fu un importante centro amanuense e musicale, grazie al monaco Guido d’Arezzo, che fu il padre delle nostre note musicali, alla presenza del maestro Pier Damiani.
Ancora oggi viene venerato san Guido con la presenza di una tibia del santo nella navata sinistra nel 2000, dopo la gentile concessione della chiesa di San Giovanni a Spira in Germania, dove il santo è sepolto, in quanto ivi fu seppellito per volere imperiale.
Il campanile, databile al 1063, romanico-lombardo, fu progettato ed edificato da Deusdedit ed ha diverse bifore, trifore e quadrifore.
A cura di Giuseppe Papale
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