Non accettate l’ultimo appuntamento – La terribile storia di Giulia Tramontano.

Da qualche ora tutte le testate giornalistiche e i media hanno dato la nefasta notizie della morte di Giulia Tramontano.

Giulia Tramontano era una bella e solare ragazza di appena 29 anni, originaria di Napoli e si trovava al settimo mese di gravidanza.

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Alessandro Impagniatiello, 30 anni, lavora come barman in un albergo di lusso a Milano, padre di un figlio di 6 anni avuto da una precedente relazione.

La ragazza non dava più notizie dal giorno 28 Maggio 2023 e la famiglia attraverso i social e i media hanno tentato invano di fare vari annunci sperando in un allontamento volontario ma i dubbi degli inquirenti si sono subito fiondati sul fidanzato e quindi hanno cominciato le indagini che hanno portato alla confessione del fidanzato che ha ucciso la ragazza a coltellate tentando per ben due volte di bruciarla senza riuscirci.

La pm Alessia Menegazzo titolare delle indagini ha spiegato in conferenza che le modalità erano state pensate, studiate e organizzate.

Proprio per questi motivi è stata contestata la premeditazione.

Alessandro pur confessando il delitto – messo alle strette dagli inquirenti – si è giustificato dicendo che Giulia si era inferta dei tagli da sola e che minacciava di suicidarsi e quindi per non farla “soffrire” l’ha uccisa.

Logicamente ricordiamo che in Italia si è innocenti fino a prova contraria e si diventa innocenti o colpevoli dopo il terzo grado di giudizio, ora non ci rimane che pretendere giustizia per una donna ed il suo bambino brutalmente assassinati.

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In Italia si continua ad uccidere soprattutto per mano di uomini che considerano le donne come oggetti; infatti sempre più spesso sentiamo di episodi simili che a mio parere non ci rendono un paese “totalmente” civile fino a quando non risolviamo questo grandissimo problema.

Proprio per questo e ora di trovare delle possibili soluzioni e più precisamente:

1) Educazione civica fin dall’elementari.

2) Corsi specifici per gli insegnanti sul tema del femminicidio.

3) Corsi specifici per i genitori sul tema del femminicidio.

4) Investimenti più corposi per strutture dedicate a donne vittime di violenza.

5) Incentivare le donne a denunciare in caso di maltrattamenti.

6) Uso piu intenso di braccialetti elettronici per evitare incontro fra vittima/carnefice.

7) Incontri rieducativi specifici per i soggetti che si sono macchiati di maltrattamenti.

Giulia è morta , il bambino non è mai nato e tutti noi siamo nello sconforto più totale.

Ci uniamo al dolore della famiglia e rivolgiamo una preghiera per Giulia e il suo bambino.

A cura del Criminologo Michelangelo Morreale

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