I comitati e le associazioni della Terra dei fuochi prendono posizione sull’attuazione della sentenza Cedu “Cannavacciuolo contro Italia” del 30/01/2025.
Procede senza soluzione di continuità l’indignazione mediatica sulla Terra dei Fuochi. Ad un mese di distanza dalla sentenza CEDU, i vertici istituzionali hanno restituito la cifra della loro inadeguatezza di fronte al caso.
Ad un mese di distanza dalla sentenza CEDU, i vertici istituzionali hanno restituito la cifra della loro inadeguatezza di fronte al caso. Da un lato, la Regione Campania, che poche ore dopo la sentenza ha emesso un comunicato dal quale si evinceva la non comprensione della pronuncia della Corte, dato che i fatti a cui quest’ultima ha fatto riferimento arrivano fino al 2021 e non al 2013, come è stato erroneamente evidenziato dalla giunta di Palazzo Santa Lucia.
Dall’altro, il Governo che prima per il tramite del Ministro Pichetto Fratin ha reso dichiarazioni in ordine ad una potenziale richiesta di riesame della sentenza alla Corte Edu e poi in Consiglio dei Ministri ha disposto la nomina di un Commissario straordinario per la Terra dei fuochi, “con il compito di coordinare la bonifica del territorio e cui saranno affidati poteri straordinari legati alle attività specificamente indicate nella sentenza Cedu”, dimostrando di voler in qualche modo attuare la sentenza che il primo intendeva impugnare ma per il tramite di interventi isolati, temporanei e non risolutivi che prestano il fianco ad alcune considerazioni:
• In primo luogo, l’ipotesi di un’istanza di riesame della sentenza dinanzi alla Corte Edu– come evidenziato dagli avvocati che hanno istruito gli atti –assume i contorni di un’operazione dilatoria e sostanzialmente velleitaria, tenuto conto delle rigorose condizioni di ammissibilità cui è subordinata l’esperibilità dell’istanza in base alla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo, su cui verterà (eventualmente) il vaglio della Grande Camera. In vero, la presentazione di tale richiesta di riesame appare poi in aperta e palpabile contraddizione con l’altra affermazione pure rilasciata dal Ministro dell’ambiente in ordine alla riconosciuta inadeguatezza delle azioni poste in essere dai vari Governi (Centrale e Regionale) deputati nell’ultimo trentennio a contrastare l’inquinamento ambientale in virtù del criterio di riparto previsto dalla Costituzione.
• In secondo luogo, la nomina del Commissario straordinario per la Terra dei fuochi costituisce ictu oculi una vecchia soluzione a un vecchio problema: il commissariamento. Sin dalla prima crisi dei rifiuti in Campania degli anni Novanta, senza dimenticare l’emergenza per la diossina nel Comune di Acerra negli anni Duemila, abbiamo constatato l’insufficienza di un modello di gestione del problema top-down che, peraltro, sconta la natura straordinariamente limitata dei poteri, aventi comunque carattere provvisorio e temporaneo, circoscritti alle previsioni contenute nel decreto che lo istituisce ed ai fondi resi disponibili per il tramite dello stesso. Al contempo, le esperienze pregresse trasmettono anche l’esistenza di una gestione unidirezionale del problema che non lascia spazio ad un’interazione con la società civile che è stata riconosciuta “sentinella del territorio”. Una tale ipotesi non sarebbe soltanto “vecchia”, ma andrebbe in contrasto con i moniti della sentenza sull’esigenza di coinvolgere la società civile tanto nelle scelte, quanto nel monitoraggio e nel controllo sull’attuazione delle misure generali contenute nella pronuncia. Riteniamo che la questione debba essere affrontata sì a livello centrale, ma con un coordinamento con la società civile che contempli la partecipazione di chi ha contribuito, dal basso, all’affermazione delle istanze di tutela del diritto alla vita e alla salute ed ha trovato la propria azione legittimata per espressa previsione della medesima sentenza. Appare doveroso evidenziare che infatti alla data attuale, nonostante il tempo trascorso, gli
attivisti e le associazioni ambientaliste radicate sul territorio non hanno ancora ricevuto alcuna convocazione da parte delle autorità regionali e nazionali deputate al contrasto all’inquinamento ambientale al fine di vedere avviata quella “consultazione della società civile” postulata dalla sentenza tra le misure prescrittive rivolte allo stato italiano.

• Inoltre, non può sottacersi che la scelta di nominare un Commissario straordinario appare collidere con le premesse della sentenza che contestava all’Italia la deficienza del quadro normativo sia in ordine alla carenza di criteri chiari di ripartizione della competenza tra gli enti responsabili del contrasto ambientale, stante l’eccessivo frazionamento, sia la necessità di riformulare le fattispecie dei reati ambientali al fine di isolare tutte le condotte coinvolte nell’inquinamento ambientale e potenziarne l’effetto preventivo e repressivo, sia, infine, con l’esigenza di coinvolgere la società civile nei processi decisionali degli enti responsabili del contrasto all’inquinamento ambientale. Eppure un modello di partecipazione dal basso veniva individuato già nel 2021 dall’allora Ministro dell’ambiente Sergio Costa che insieme al Prefetto di Napoli, con i rappresentanti di associazioni ambientaliste locali, aveva sottoscritto un accordo, denominato “Carta di Carditello”, per il rafforzamento del contrasto ai roghi dei rifiuti e la creazione di un osservatorio ambientale della terra dei fuochi presso l’area del Real sito di Carditello che avrebbe garantito la piena partecipazione delle comunità locali alle iniziative a sostegno della tutela ambientale del territorio. Verrebbe dunque da chiedersi quale occasione migliore per rivitalizzare quell’accordo e dargli finalmente attuazione nel solco della legittimazione riconosciuta alla società civile dalla sentenza della CEDU. E’ palese infatti che le prescrizioni dettate dalla Corte Edu postulano un intervento strutturale sull’ordinamento giuridico italiano per renderlo funzionale ad approcciare ad una strategia globale per il contrasto all’inquinamento ambientale in Campania e in tutte le altre “Terre dei Fuochi d’Italia”! Intervento sistemico e strutturale che viene letteralmente bypassato dal Governo proprio per il tramite della nomina del Commissario straordinario per Terra dei Fuochi!
In questa prospettiva, i comitati campani che da anni si battono per rivendicare giustizia ambientale hanno ricostituito le fila di un coordinamento che, da oltre dieci anni, resiste per ricostruire la tanto ricercata verità di cui tutti oggi parlano. Un coordinamento che, in vista della fase storica che attende la Terra dei Fuochi, intende dare attuazione “dal basso”, costruendo tanto nelle piazze dei comuni coinvolti dal fenomeno, quanto nei processi decisionali, momenti di riappropriazione del diritto alla vita che, ancora, viene negato a chi vive, e muore, nella Terra dei Fuochi e che intende sostenere la costituzione di un “Comitato di esecuzione” della sentenza “Cannavacciuolo contro Italia”, emessa dalla Corte Edu il 30/01/2025.
SOTTOSCRIZIONI
Associazione “Le Donne del 29 Agosto” di Acerra;
Associazione “Le Mamme di Miriam” di Acerra;
Associazione “Volontari Antiroghi Acerra”
STOP BIOCIDIO;
Comitato “Kosmos – Ambiente e Salute” di Giugliano in Campania; Comitato Unitario “No4 linea Inceneritore”, per la tutela ambientale”; “ISDE CAMPANIA”;
Comitato “Don Peppe Diana”;
Stop Biocidio Caivano;
Teachers for Future Italia;
Associazione “Lello Volpe con i Bambini”;
Associazione “Se allunghi la mano troverai la mia”;
Collettivo popolare autorganizzato Acerra”;
Laboratorio Politico Insurgencia;
Mezzocannone Occupato;
Lea Climax;
Coordinamento Kaos;
AltreHz;
Fridays for Future Napoli;
Associazione “Sottoterra Movimento Antimafie” di Frattamaggiore; Associazione “L’Ora d’Aria” di Frattamaggiore;
Associazione “Meduc Stefano Tonziello” di Frignano; Presidio Libera “Casa Stefano Tonziello” di Capodrise; Comitato Fuochi di Marcianise;
Circolo “Legambiente” di Afragola;
Centro sociale “Ex Canapificio” di Caserta;
Comitato per Villa Giaquinto di Caserta;
Laboratorio sociale “Millepiani” di Caserta;
Associazione “Arte Nova” di Succivo;
Cooperativa Sociale “Al di là dei Sogni” di Sessa Aurunca; “Nuova Cucina Organizzata” di Casal di Principe;
Presidio Libera di Albanova;
Napoli Club Bologna;
DescargaLab;
Cooperativa “Un Fiore per la Vita”;
Associazione “Casalnuovo Coraggiosa”;
Associazione “Mo Bast” di Casal di Principe;
Associazione Migr-Azioni ETS;
“Periferia Attiva” di Mugnano;
“La Città dei Diritti” di Marano di Napoli;
Greenpeace Gruppo Locale Napoli;
UdS Campania;
Vinci ODV di Cesa;
Associazione “Noi Genitori di Tutti”;
Comitato Antiroghi San Nicola la Strada;