QUELLO CHE LE DONNE NON SANNO – Dott.ssa Anna De Luca consulente pedagogista
Un segreto da custodire gelosamente o dimenticanza repressa nella storia delle origini dell’umanità?
Sì , mie care amiche, un tempo, ma tanto tempo fa , la società era matriarcale . Cioè era la donna che organizzava e pianificava la società civile e con l’enorme prestigio che le derivava dal fatto di essere considerata unica procreatrice dei membri del gruppo.
All’uomo sarebbero state demandate le funzioni pratiche di sussistenza ( approvvigionamento, caccia- funzioni esterne all’aggregato). Importante da rilevare che in questa società era completamente assente la cultura del possesso. Insomma la donna era considerata una dea .
Poi è successo una cosa … l’uomo ha scoperto la vera natura umana , si è fatto , come si suol dire un po’ di calcolo e di relazione , e ha scoperto che i pargoletti non erano frutto esclusivo generato dalla dea ( donna ) ma anche dalla sua collaborazione , e da questo momento in poi ha cominciato a rivendicarne la paternità.
Eh sì , mie care amiche da questo momento in poi è iniziato il cammino di una società tutta appannaggio di un mondo maschile dove il ruolo egemone dell’uomo è stato favorito anche dalla forza fisica rispetto a quella della donna .
A rafforzare questo concetto di supremazia dell’uomo nella società hanno contribuito anche le varie religioni monoteiste e politeiste affermatesi . Pertanto la divinità da questo momento è stata considerata sempre un’entità superiore maschile e di conseguenza anche il regno , l’impero etc.
Alcune mie amiche hanno espresso un loro giudizio sulla negatività del Cristianesimo che ha portato alla subordinazione – sottomissione della donna all’uomo.
Onestamente non è stato così , non per quello che è stato il cristianesimo delle origini : Maria è allo stesso tempo donna e la madre di Dio per indicare che dio è allo stesso tempo Madre e padre di tutta l’umanità . Maria insieme alla Maddalena raccolgono il Gesù ai piedi della Croce , è Lei che denuncia la scomparsa del Corpo di Cristo, ed a lei che Gesu’ si mostra per primo nella Resurrezione . Figure femminili ,pertanto, hanno avuto un ruolo determinante nel concetto teologico che il Cristianesimo voleva affermare che, poi ha preso altre terribili strade fino ad approdare ai tribunali di inquisizione e ad affermare donna = strega. Bisogna attendere, poi, il Concilio di Papa Giovanni XXIII per riaffermare il concetto di Dio “ Padre e Madre .
Non vi sto qui a raccontare , altrimenti vi annoierei , la storia delle donne e le loro diverse sfaccettature nei secoli di evoluzione sociale , psicologica, religiosa , ma quella del 900 merita di soffermarsi . Eh sì, questo secolo per noi donne è stato foriero di novità dopo lotte estenuanti del movimento femminile. Le nostre madri , le nostre nonne sono state considerate cittadine al pari degli uomini In Italia il 10 marzo del 1946,la loro prima occasione di voto.
Come vi dicevo il secolo antecedente a questo è stato un susseguirsi ,se pur con tanta difficoltà, e nel rivedere nel nostro ordinamento giuridico il ruolo della donna . Basti pensare che ,solo nel 1956 la Corte di cassazione ha deciso che al marito non spettava nei confronti della moglie e dei figli lo jus corrigendi , ossia il potere educativo e correttivo del pater familias che comprendeva anche la coazione fisica;
Solo nel 1968 la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo l’art.559 del codice penale che puniva unicamente di adulterio la donna. In America i giudici negli anni 50 assolvevano i mariti siciliani che picchiavano le mogli perché lo ritenevano che era nella cultura italiana ( discriminante culturale) .
Solo nel 1956, dopo circa vent’anni di iter legislativo , sarebbe stata approvata la legge .66 che , nel dettare nuove Norme sulla violenza sessuale , trasferiva questo reato “ dei Delitti contro alla moralità pubblica e il buon costume” del codice penale a “ dei Delitti contro la persona”, cioè per la prima volta il danno era rivolto alla persona , alla donna.
E’ evidente che questi ritardi sono espressione di resistenze e di difficoltà di estirpare quei disvalori considerati “ valori insopprimibili” e di un immaginario patriarcale che ha segnato profondamente la storia e il diritto dell’Europa medievale , moderna e contemporanea. Oggi nel 2019 nei codici e nella giurisprudenza ,” l’immaginario patriarcale non esiste più , ma continua ad esserci e a rafforzarsi nei comportamenti di molti uomini. Femminicidi e ancora femminicidi . L’orientamento culturale della norma e il deterrente della sanzione penale ,con ulteriore inasprimento, non riesce a fermare questa continua violenza sulle donne.
Una mentalità ancora così radicata in una struttura patriarcale che rimanda la relazione intima al desiderio di dominio sul corpo delle donne. Quasi tutti i femminicidi avvengono all’interno del nucleo familiare dove riemerge il concetto del possesso che, antropologicamente torna prepotentemente nella mente dell’uomo.
Ora certamente vi chiederete mie care amiche sul come sradicare nella mente dell’uomo questa visione stereotipata del femminile? Bhè innanzitutto vi dico che non può avvenire dall’oggi all’indomani , ma è un lavorio incessante , per la cultura di genere che inizia nel pancione della madre per combattere gli stereotipi , per educare i giovani al concetto di parità e pari opportunità . Questo lavorio implica la collaborazione di-tutta la società e in particolar modo :- dei mass media che hanno la capacità di veicolare modelli, diffondere codici culturali e schemi valoriali , ai quali ogni individuo può attingere., ( la comunicazione pubblica italiana usa sistematicamente “quarti di carne giovane femminile come contorno di scena in “ tette- cosce- labbroni); del – mondo virtuale ( purtroppo ancora irresponsabile e privo di contenuti etici) dove crescono le nuove generazioni e con loro altre forme di violenza sulle donne come il sexting e il revenge porn. Insomma per favorire il riequilibrio storico e culturale tra genere maschile e femminile serve una profonda attività di sensibilizzazione rivolta sia alle donne sia agli uomini, non si può parlare di uguaglianza nei diritti, nell’accesso alle risorse , nei processi decisionali senza la partecipazione attiva di tutte le agenzie di socializzazione.
Quello che un tempo eravamo noi donne non può rimanere in eterno nell’oblio- la voce della Dea rinascerà.
Anna De Luca
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