Un antico feto egiziano conservato per più di 2000 anni grazie ad un insolito processo di decomposizione
Fino al 2016 si credeva che la mummia egizia, conservata nel Museo Nazionale di Varsavia, appartenesse al Sacerdote Hor Djehoti, invece si è scoperto appartenere ad una donna .
La donna mummificata aveva nel suo grembo ben conservato un feto. Il feto è rimasto ben conservato per più di 2000 anni, grazie ad un insolito processo di decoposizione.
La donna aveva 20-30 anni quando è morta ed era incinta di 26-30 settimane,
durante il processo di mummificazione il defunto veniva ricoperto di natron per asciugare il corpo, il natron è una miscela naturale di carbonato di sodio ( carbonato decaidrato di sodio – veniva utilizzato nell’operazione dell’imbalsamazione per le sue proprietà di assorbimento dell’acqua).
Durante il rito dell’imbalsamazione, il feto era ancora nell’utero e fondamentalmente iniziò a “decapare” in un ambiente acido, alterando l’acido formico e altri composti (formati dopo la morte nell’utero a causa di vari processi chimici associati alla decomposizione).
Prof. Mohamed Elsaify
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