Ricordo di Gabriele Marino – di Maurizio Vitiello

Aveva 85 anni e viveva appieno il corso dell’arte; lo sentivo al telefono, e lo avvertivo progettuale.
Lo conoscevo profondamente e ho scritto, in passato, su di lui.
L’ho aiutato quando coordinava lo spazio “CIAK M 21” e un altro spazio a Capua indicandogli nomi di emergenti e di storicizzati; difatti con questi miei interventi riuscì, ben felice, a far proseguire le attività espositive.
Curai anche delle mostre di un certo interesse, grazie anche alla sua collaborazione.
Era originario di Succivo, crebbe a Napoli, diventò casertano di adozione; viveva a San Prisco.
E’ stato una figura-chiave dell’arte contemporanea in Campania.
Fu anello di congiunzione tra i movimenti sperimentali partenopei degli importanti anni Sessanta e le prime occasioni innovative in Terra di Lavoro

Era in linea con la ricerca artistica internazionale, ma non tradì le sue origini e le sue radici, anzi le fece partecipare nelle immagini che produceva.
Fu influenzato dalla pop-art USA e riuscì a elaborare e a sintetizzare un linguaggio evocativo in termini raffinati con una produzione citazionista, dalle vene ironiche e sapide.
Frequentò Crescenzo Del Vecchio, Andrea Sparaco, Antonio de Core e il critico d’arte e docente Enrico Crispolti, che ben valutò l’arte nel sociale.
Ironico quanto basta, irriverente quanto basta, fece specchiare icone e parole in un gioco di rimandi.
Dal guardare alla pop-art USA, che celebrava il consumismo, alla pop-art partenopea, gravida di tensioni, umori esistenziali e di canali dissacratori il passo fu breve e, senz’altro, fu opera di sublimazione, di partecipazione e di forte impegno politico-culturale.
Da “Flash Art” fu considerato tra i cento migliori artisti degli ultimi 40anni in Italia.
Si ricordano le sue mostre in varie città italiane, tra cui Torino, le presenze all’Expo Arte di Bari, quando questa manifestazione era top in Italia, e i suoi interventi a Diamante – vedi foto – .

Maurizio Vitiello

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