Sei gli artisti che presenteranno le loro opere, ognuna raffigurante un aspetto diverso della natura duale e “liberamente ispirata dal loro personale temperamento pittorico e immaginario”: Fabio Abbreccia, Marco Grasso, Ugo Levita, Carlo Alberto Palumbo, Enzo Prestileo, Roberta Serenari.
Indomita vuole essere un tributo all’inflessibilità a qualsiasi dogma, pressione e repressione.
La seduzione intensa e ipnotica di un corpo nella sua preponderante presenza, la forza impavida del puro istinto che si intreccia con una dimensione onirica più emotiva e metafisica, la libera ricerca attraverso il senso critico e razionale o un profondo contatto empatico con l’universo intero, la gioia, come inno alla vita e al rifiorire della vita stessa, la fierezza di una regalità innata in una proclamazione antropica, ma, simultaneamente, vana e temporanea.
Nel tentativo di presentare questa visione come complementarità dei due emisferi, come coesione del dualismo, altalenante tra microcosmo e macrocosmo, tra raziocinio e istinto, tra psiche e corpo, tra fisico e metafisico, che sia dell’una o dell’altra dimensione, che resti irreprensibile, incorruttibile, inflessibile.
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