ARTI VISIVE CONTEMPORANEE – Risponde l’artista Bianca Ottaviano

BIANCA OTTAVIANO nasce a Napoli, dove vive, nel 1987.
Inizia il suo percorso culturale apprendendo la cultura classica e proseguendo con lo studio di Lingue e Culture Comparate presso la Facoltà di studi Orientale di Napoli, approfondendo gli aspetti artistici, letterali e filosofici delle culture asiatiche.

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Rivela una particolare propensione per il linguaggio artistico, apprendendone le tecniche, in particolare della grafica, seguendo il corso di studi di Grafica d’Arte, presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli.
Collabora a numerosi eventi artistici nella sua città natale, cogliendo le opportunità di confrontarsi con artisti locali e di fama internazionale, quali l’artista cinese Cai Guo-Qiang, partecipando (presso Casa Morra – Archivio d’Arte Contemporanea a Napoli) al laboratorio di stencil per la realizzazione di dipinti con polvere da sparo, ideato dall’artista cinese e condotto da Cai Studio, utili alla performance dell’artista realizzata nell’anfiteatro del Parco Archeologico di Pompei, alla quale è seguita la mostra: “Nel Vulcano, Cai Guo-Qiang e Pompei” presso il MANN, nel febbraio 2019.
Durante gli studi apprende dagli artisti Gianni Verna e Gianfranco Schialvino le tecniche della “Nuova xilografia”.
Apprende i metodi di estrazione dei colori vegetali in pittura, attraverso il laboratorio condotto dal maestro Marco Fantuzzi.
Attraverso la sua produzione ha modo di esprimere la propria sensibilità e il suo mondo interiore, rielaborando in modo originale gli stimoli provenienti dalla poliedrica e multiforme cultura dell’immaginario partenopeo, vivificandone i simboli e desumendone il valore perenne.
Ha rivolto il suo impegno in attività sociali, partecipando attivamente all’organizzazione di dibattiti ed eventi culturali.
Alcune delle sue opere sono pubblicate sui cataloghi d’arte contemporanea “Il senso del sacro” a cura di Elio De Rosa editore.
Ha illustrato la copertina del libro di V. Gennarini “Fabulae dulces in fundo” (ed. Ad est dell’equatore).
Ha collaborato con l’associazione Progetto Museo, lavorando alla catalogazione delle opere dell’artista napoletano Bruno Starita (1933-2010) presso la sua casa studio, approfondendo la tecnica del bulino, spunto per il suo lavoro di tesi.

Collettive:👇

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Collettive:

2020, “Il senso del sacro – d’improvviso un altro mondo” III edizione, Cappella Palatina, Castel Nuovo di Napoli, a cura dell’Arcidiocesi e del Comune di Napoli
2021, “Il senso del sacro – l’infinito nel frammento” IV edizione, Cappella Palatina, Castel Nuovo di Napoli, a cura dell’Arcidiocesi e del Comune di Napoli

2021, “LibereMenti”, Villa Sirtori, Olginate (LC), patrocinata dal Comune di Olginate
2021, “Silvia Plath – Dal cielo alle tenebre – WOMEN 2021”, MOA Museum of Operation Avalanche di Eboli (SA), a cura del circolo culturale Mo’Art.
2022, “Rivivere con l’arte”, sala polifunzionale del lido di Mandello del Lario (LC), patrocinata dal Comune di Mandello del Lario.
2022, “Il senso del sacro – il buio e la luce” V edizione, Cappella Palatina, Castel Nuovo di Napoli, a cura dell’Arcidiocesi e del Comune di Napoli
2022 “Rivivere con l’arte, la poesia e la musica”, Villa de Ponti, Calolziolcorte (LC), a cura del Circolo AUSER Provinciale di Lecco APS
2022, “Svelate”, Accademia di Belle Arti di Napoli, a cura di Donne ad arte
2022, “La città negata”, Civico 7 Liberato ex sede Istituto Campano per la Resistenza, Napoli, a cura del collettivo CivicoArt
2023, “Purificazione – Pippa Bacca – WOMEN 2023”, MOA Museum of Operation Avalanche di Eboli (SA), a cura del circolo culturale Mo’Art.
2023, “Il senso del sacro – custodire il giardino con lo sguardo incantato da Dio” VI edizione, Cappella Palatina, Castel Nuovo di Napoli, a cura dell’Arcidiocesi e del Comune di Napoli
2023, “Artisti per la Palestina” mostra d’arte contemporanea e asta benefica delle opere, Complesso missionari vincenziani, Napoli, a cura dell’ass. Schierarsi
2024, “Yallah Fest – Artists for Palestine”, mostra d’arte contemporanea e asta benefica delle opere, Villaggio Globale, Roma
2024, “Tre artiste sull’isola”, live painting a cura di Marta Di Meglio, presso La piazzetta, Isola di Ventotene (LT)

Contatti e Social Media
Instagram: @laprecarietart

Ecco l’intervista:👇

Ecco l’intervista:

È difficile concretizzare opere in diverse discipline operative, oggi?
Credo che oggi sia molto più facile l’interconnessione tra le varie discipline, grazie ai mezzi tecnologici innovativi di grande diffusione che sono attualmente a nostra disposizione.

Vuoi trasferirti a Parigi, Londra o NY?
Perché no?
Mi piacerebbe esplorare diverse città nel panorama internazionale per conoscere a fondo diverse culture ed apprendere non solo tecniche diverse, ma anche elaborare attraverso l’esperienza nuove idee, connettendomi con visioni diverse dalla mia per individuarne differenze culturali e anche le similitudini.
Mi piacerebbe, quindi, approfondire non solo il pensiero occidentale, ma anche la cultura asiatica, di cui in parte sono già un’estimatrice, avendo approfondito studi sull’Oriente, e quella africana, per uscire dalla visione eurocentrica e filo-americana del mondo, schiava del consumismo e di una cultura globalizzata che ha reso in molti casi l’arte un prodotto da vendere, più che un’esigenza individuale e collettiva di espressione e connessione tra le persone.

Quali progetti vorresti sviluppare nel 2024 e dove e con chi?
In primo luogo vorrei concludere il mio percorso di studi accademici poiché tengo molto al mio progetto di tesi che riguarda un artista contemporaneo scomparso da qualche anno, Bruno Starita.
Con l’artista ho avuto il piacere di stabilire un rapporto diretto e, dopo la sua scomparsa, ho curato, insieme alla figlia, la catalogazione delle sue opere nella sua casa-studio napoletana.
E’ molto importante per me concludere questo Progetto, poiché per me rappresenta un maestro, non solo dal punto di vista tecnico, ambito in cui ha raggiunto i massimi livelli, ma, soprattutto, per la natura delle sue opere e delle sue idee.
Mi piacerebbe quindi continuare questo progetto, grazie al sostegno della professoressa Lorella Starita che mi ha coinvolta in questo ampio e interessante lavoro che è ancora in essere.

La stampa ti ha seguito, ultimamente?
Essendo un’artista emergente non ho ancora avuto grandi occasioni di confrontarmi con la stampa, anche perché potrei definirmi un animale da laboratorio che rappresenta il mio mondo personale e interiore.
Ho, però, avuto un buon riscontro dalla diffusione del mio lavoro sui canali social.

Hai partecipato a Fiere d’Arte?
Partecipo regolarmente a fiere e festival di autoproduzione a stampa, questo mi ha permesso di instaurare un rapporto di confronto diretto con chi è interessato ad acquistare le mie opere e mi ha fatta crescere, dandomi nuove occasioni lavorative, ma mi ha anche permesso di avere uno scambio di idee con altri artisti giovani e meno giovani.

Credi che l’arte andrà avanti su altri canoni e codici?
Credo che oggi ci siano varie espressioni artistiche che vengono perfettamente rappresentate nella realtà in cui viviamo.
Come in ogni epoca da un lato c’è il culto del bello, della perfezione a tutti i costi, di un mondo irreale, la cui massima espressione possiamo ritrovarla nell’intelligenza artificiale, sempre più improntata verso la sostituzione dell’artista stesso, che attrae il grande pubblico; dall’altra c’è una produzione improntata al rifiuto di questi canoni estetici e più orientata a una riflessione sul sociale, nonché un affascinante ritorno alle tecniche antiche come le arti grafiche incisorie, le stampe “manuali” come la calcografia, la xilografia, ecc. alle quali mi dedico con passione.
Sono attratta anche dalle performances, soprattutto, quelle capaci di farci riflettere su una società che mira a far diventare l’arte un puro prodotto di marketing e/o che si pongono lo scopo di protestare contro le troppe ingiustizie di questo mondo.
Il grande uso dei social da parte degli artisti oggi, amplifica il rischio di emulazione e conseguente ripetitività delle opere contro l’originalità delle idee, ma permette anche una connessione più veloce tra gli artisti e lo spettatore senza dover sottostare alle leggi delle grandi gallerie; questa necessità è documentata anche dalla grande diffusione  della street art come forma espressiva libera e indipendente.

Attualmente, il mercato dell’arte è florido?
É florido sotto il punto di vista della produzione, mentre per quanto riguarda il lato del marketing delle opere sembra essersi fossilizzato sulle stesse dinamiche elitarie, nonostante lo scorrere delle generazioni.

Perché l’arte va avanti, nonostante alti livelli epidemici e stati di guerra?
Perché l’artista trova il suo luogo nell’osservazione della realtà, ma anche nell’espressione dei propri sentimenti che non restano indifferenti alle dinamiche sociali, vivendo in una collettività.
Personalmente trovo la mia massima realizzazione nei messaggi delle mie opere più che nella perfezione della tecnica, che resta un mezzo di realizzazione, mentre l’espressione artistica è uno strumento per combattere gli orrori del mondo che ci circonda ma rappresenta anche un urlo di speranza e di lotta verso un cambiamento sociale.

Vedi la tua città nel contesto attendibile del circuito dell’arte contemporanea?
Sì, credo che Napoli sia una città fervente artisticamente parlando, nonostante le mancate possibilità di avere maggiori spazi dove collettivizzare un’arte libera ed indipendente al di fuori delle dinamiche elitarie. A livello sociale è una città culturalmente avanzata nell’individuare le difficoltà mondiali, in quanto ricca di storia e aperta allo scambio culturale e alla condivisione delle difficoltà ma anche di nuove idee. E’ una città molto radicata nella propria storia, cultura e tradizione, che usa come punto di forza per rielaborare il presente con nuove forme espressive e come mezzo di evasione e di emancipazione dalle difficili dinamiche sociali del sud Italia.

Il tuo prossimo obiettivo espositivo?
Mi piacerebbe esporre in una città estera per poter comprendere meglio quali siano le forme espressive più adatte alla mia persona e capire come vengono percepite le mie opere da culture diverse per potermi rinnovare attraverso l’osservazione di ciò che mi è sconosciuto, quindi sono pronta a ogni forma di esplorazione che possa arricchirmi di esperienze da esprimere nelle mie opere.

A cura di Maurizio Vitiello

Articolo soggetto a copyright

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