Ci lascia il padre della video arte Bill Viola

È morto all'età di 73 anni il padre della videoarte Bill Viola. Malato di Alzheimer, lascia la moglie, i figli e tutte le persone che lo stimavano come persona e come artista.

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All’alba della sperimentazione artistica fu uno dei primi ad utilizzare la tecnologia video per le sue opere. La video arte è una di quelle tendenza che cavalca l’onda delle nuove tecnologie che la società mise a disposizione del mondo, perché non usare allora il video, come molti anni prima venne usata la fotografia, per creare un’esperienza artistica che va oltre la staticità dell’immagine fissa?
L’artista ha lavorato in tutto il mondo esplorando tramite la sua produzione il concetto di spiritualità, soprattutto quell’ affine all’Oriente. Non tralascia però anche l’esplorazione delle culture occidentali, in particolare quella italiana, richiamando di fatto anche alle sue origini italoamericane.

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Le sue opere parlano di un mondo che va oltre l’esperienza materica della vita, ci si confronta con la nascita, la morte, l’amore, la redenzione e la rinascita. In un era in cui il video e la tecnologia veniva usata per l’estetica del fare, Bill Viola la sfruttava per creare la magia, il concupiscibile quasi “rinascimentale”, dimostrando anche come la tecnologia, che molti suoi contemporanei odiavano, potesse essere utilizzata per creare qualcosa di nuovo.
Tra le tante opere ricordiamo “ Il saluto” che ricorda la visitazione di Pontormo, riproposto in nuova chiave dall’artista che anima e porta in vita ciò che con il pittore sopra citato rimane immagine fissa. Citiamo anche opere come: “ The Reflecting Pool”; “Ascension”; “ Water Potrait”, che ci parlano del suo modo trascendentale di vedere la vita.
Ci lascia un grande artista che ha fatto dell’arte un punto di partenza per mettere in discussione se stessi ed esplorare il sensibile che ognuno di noi si porta dentro. Non possiamo perciò che ricordarlo per la persona che era, per l’artista che è e le opere che saranno il suo lascito testamentario.

A cura della dott.ssa Fiorella Verile

Articolo soggetto a copyright

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