Continua con successo la mostra “Mi muovo tra i sogni” di Filippo Romito alla Casina dei Mosaici, Parco sul Mare, Villa Favorita, Via G. D’Annunzio, 36 – Ercolano

Mi muovo tra i sogni di Maurizio Vitiello - La recente produzione pittorica di Filippo Romito intriga e appassiona.

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L’artista nel suo studio di Torre del Greco procede con serietà a sondare tematiche diverse; con “Giochi d’acqua” concretizza quella sua particolare visione esistenziale di partenza, che gli consente di assicurare e filtrare i sensi multipli della vita in fluide e trasparenti percezioni.
E’, fondamentalmente, la sua lettura del mondo, che non potrebbe essere altrimenti; è il suo modo per esprimere ciò che intende e sente.
Intravedere e riconoscere in un assetto trasfigurato, consegnato dai “Giochi d’acqua”, è una finissima invenzione metaforica.
C’è la voglia, nelle intenzioni dell’artista, di stimolare la fruizione del pubblico, che può indagare e indugiare sui suoi lavori.
Con successioni di alternanze incalzanti motiva nuove istanze per assegnare e ripartire, rapsodicamente, la determinazione di una qualità pittorica, tutta imperniata a motivare incroci plastico-figurativi e a selezionare onde emotive.
Si capta che vien fuori la sua forte passione artistica e la sua acuta e radicata intenzione di agganciare e affrontare un’ampia e convergente teoria di profili per distribuire più incisive disposizioni iconiche.
L’artista calca piene elaborazioni in una scia di dipinti, nella quale continua a declinare movimentazioni gestuali, che racchiudono interpretazioni allegoriche, che dialogano con istruite atmosfere di sapiente riverbero simbolico.
I soggetti sono resi con chiare matrici d’espressione, che hanno voglia di conquistare lo spazio; anzi, tentano di invaderlo, ma in una sostenuta centralità.
Nella discrezionalità dell’impianto si legge la tendenziale idea di misurare con varie identità visive lo spazio, ma, anche, di interpretarlo pienamente.
L’essenza della presenza umana è tutta “giocata” in trasparenze, in echi efficaci, in irraggiamenti, in riflessioni, in ragionate figurazioni materiche.
Nella “filigrana” degli apparati d’insieme c’è l’uomo con le sue storie, vicine e lontane nel tempo.
Nella pittura di Filippo Romito esistono figure, ombre, caratteri, che plasmano una teoria di vari “esprit”; questa continua costante di disporre consistenze antropologiche ritrova nella dinamica, dichiarata e massima, incursioni pervasive, che intendono vincere latenze e significare, invece, presenze.
L’artista imposta la redazione delle sue opere con impasti cromatici convinti e convincenti, di consistente e profondo senso tattile, quasi di corporeità.

Filippo Romito non ricorre a iperboliche iconografie, ma scandisce scattanti vitalità e tacite frenesie; ogni lavoro è un atto d’apertura semantica, una pagina di registro dell’azione dell’uomo e i suoi intendimenti esitano sul sentiero del limite.
Questi lavori intriganti, rapidi, sapidi risultano una profonda presa di coscienza, che riesce ad aprire un ventaglio di “focus”; insomma, di spinte che declina in tagli rapidi e in sequenze, semplicemente, attraenti.
Il suo codice linguistico, di temperamento intenso ed esteso, abbraccia immagini forti, in cui segmenti, segni, cromie e “nuances” corroborano visioni consistenti, tra equilibri di umori e sfere di sentimenti.
L’azione dell’artista intende indicare, con tratti decisi ed esperti, agganciati a plurimi vettori cromatici, determinati da gesti precisi e alimentati da torsioni dinamiche, una calibratissima frequenza di motivi e di compagini visive.
Il suo “iter” pittorico, sostanziato da suggestioni simboliche, è cadenzato da visioni nelle quali si avvertono accentazioni possibili o prossime, tracciate da figure in movimento e da presenze cangianti.
L’artista raccoglie e assembla idee e propositi per riconsegnare palpitanti osservazioni, che ricontrolla con un esercizio cadenzato di accennati spessori, tocchi cromatici, variegate precisazioni e misure costitutive.
Nelle pieghe dell’anima della sua pittura convincono i colori stesi e i sensi positivi estroflessi.
L’artista insiste a metabolizzare, miscelare e snodare inquadrature riflettenti momenti universali del nostro specchio intimo; in fondo, è centrato l’uomo.
Da segnalare, infine, che in quest’esposizione saranno considerate altre e ultimissime opere di Filippo Romito, tra cui “Materia vibrante”, vera indagine su un volto trasfigurato, in cui si sommano opzioni di ulteriori esplorazioni da cui emerge una rete di riflessioni concepite per estrarre indicativi umori e visioni intimiste, di forte caratura e carattere introspettivo.

A quest’opera segue un’altra di acuta proposizione visiva, “Sguardo nell’infinito”, che rimanda a una disposizione figurativa di materica fattura in un’elaborazione accorta e di piena convinzione cromatica.
Altro studio progettato e realizzato con impegno è l’opera “Vasame”, concepita come spaccato di un momento metropolitano, dove affiora la poesia dell’incontro, il volersi bene, il cercarsi tra la gente per misurare il proprio amore, che ha il bisogno assoluto di una continuità di effusioni.
Questo frammento di quadri di vita vissuta, descrive realisticamente nel racconto visivo una piacevole “tranche de vie”.
“Silenzio irreale”, invece, è un condensato di risposte affettive tra essere umano e mondo animale, una donna e un cane vivono un’intesa, un afflato esistenziale.
Oggi, la “pet therapy” è una pratica terapeutica che si basa sull’interazione tra gli animali domestici o addestrati e le persone, al fine di migliorarne il benessere fisico, emotivo, cognitivo e sociale e promuoverne il recupero, la guarigione e il miglioramento della qualità della vita.
Un altro lavoro che merita particolare attenzione è “Mi muovo tra i sogni”, apice di una investigazione emotiva, sentita e carica di illimitati sentori e pulsioni.
E’ caricata una calamita di vertici, una spazialità vitale, una carica fisica, sospesa tra sogni di un divenire possibile, aperta ad abbracciare una pienezza di sensi giocati per inseguire una sequenza ludico-emozionale.
Questa tela è una pausa, tra una potenziale visione di atmosfere e una felicità realizzabile.

Maurizio Vitiello

Articolo soggetto a copyright

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