Da un esperimento, avviato nel 2000 nasce un progetto dal nome Dama.

Durante la 16ma Conferenza annuale degli Stati alla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità tenutasi dal 13 al 15 giugno a New York, la Ministra per le disabilità Alessandra Locatelli e Filippo Ghelma dirigente medico dell’ASST San Paolo e Carlo di Milano e coordinatore della rete Dama ,hanno presentato all’Onu il percorso Dama.

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Cos’è Dama? È un percorso per chi è affetto da disabilità intellettive, l’acronimo Dama ovvero Disabled Advsnced Medical Assistance è un modello organizzativo in grado di superare le difficoltà che le persone con disabilità hanno nell’affrontare l’ospedale, come sottoporsi ad esami e quali esami fare per chi non è in grado di comunicare i sintomi della disabilità. Il Dama prende in carico i bisogni delle persone, usufruisce delle competenze e delle risorse già presenti negli ospedali, personalizzandoli per ogni singola persona affetta da disabilità. Sono già 20 gli ospedali in Italia che hanno un percorso Dama in struttura.

Il professor Filippo Ghelma, coordinatore del Progetto DAMA fa sapere che: “Il DAMA è nato ventitrè anni fa e in tutto questo tempo abbiamo saputo costruire percorsi personalizzati e cercato di ridurre i tempi di attesa per migliaia di pazienti con grave disabilità soprattutto intellettiva ma non solo. Ad oggi abbiamo circa 6.500 pazienti con disabilità presi in carico, 65mila accessi ospedalieri totali dall’inizio della nostra esperienza pionieristica a livello italiano”. Le prestazioni erogate sono diverse, si va dal ricovero ordinario al day-hospital, dal pronto soccorso alle prestazioni ambulatoriali, oltre che esami di radiologia, TAC, percorsi diagnostico-terapeutici”.

A cura di Mario Verdetti

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