“Direzione Santiago – le emozioni di un Cavaliere” Quattordicesima tappa: da Da Astorga a El Acebo de San Miguel

Quattordicesima tappa: - Da Astorga a El Acebo de San Miguel
Il quotidiano online News & Social si arricchisce di un'ulteriore rubrica dal titolo : "Direzione Santiago - Le emozioni di un Cavaliere" curata da Vins Tramontano, pellegrino Commendatore dell'Ordine del Cammino di Santiago.
Vins Tramontano ci racconterà del suo cammino per raggiungere Santiago de Compostela (Spagna), vivremo questa sua esperienza attraverso le sue emozioni e la narrazione delle tappe

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Quattordicesima tappa – Da Astorga a El Acebo de San Miguel

La bustina dei sali minerali nella bottiglia d’acqua segnò l’ultima operazione che facevo quella mattina prima di mettermi lo zaino in spalla. La prima sensazione sull’uscio della struttura? Una tiepida alba perlacea che faceva presagire una giornata calda e senza vento. Mentre attraversavo il piccolo centro di Astorga feci qualche foto, l’ultima alla facciata della bella Cattedrale di Santa Maria, nemmeno il tempo di porre nella custodia la macchina fotografica che mi ritrovai fuori città.

Quel giorno la tappa proponeva mulattiere e paesi di montagna, ne superai almeno due, ad El Ganso feci rifornimento ad una tienda, all’uscita ripresi a camminare dietro un gruppetto di ragazzi scout, attrezzati di una radio, e che radio? Dopo circa due chilometri mi accorsi di aver lasciato il bastone alla tienda, senza esitare ritornai a recuperarlo, mi era stato di grande aiuto fino ad allora ed ero convinto di averne bisogno in altre occasioni.

Mancava poco al punto più emblematico del cammino, la Cruz de Hierro, un simbolo religioso che attira soprattutto pellegrini di fede. Posto a 1500 metri di altitudine, è il punto più alto del Cammino Francese. E’ costituito da un cumulo di piccole pietre portate dai pellegrini dai luoghi di origine, è ormai alto diversi metri, sopra si eleva un’alta croce di ferro, con un eremo sullo sfondo dedicato a Santiago Apostolo.

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Camminavo e pregavo, preparandomi al momento tanto atteso, mi ero preparato da mesi, sentivo il mio spirito particolarmente ansioso di fare quell’incontro, un momento che intendevo portare con me e condividere con le tante persone che mi avevano consegnato il loro sassolino da deporre ai piedi della croce.

Ad un punto del sentiero, che costeggiava un bosco, intravidi la Croce di Ferro, mi emozionò la sua vista, quando la vidi nella sua interezza, guardai l’alta Croce che si ergeva sul grande cumulo di pietre e inevitabilmente pensai ai miei genitori, a loro avevo dedicato quel cammino, mi scesero lacrime liberatorie. Presi i sassolini nello zaino, ben custoditi, portati con me, di mia moglie, mio figlio, di persone care e amici, le adagiai ai piedi della croce e le accompagnai con la preghiera “O Signore, possa questa pietra, simbolo dei miei sacrifici lungo ilcammino, che io depongo ai piedi della croce del Salvatore, aggiungersi alle mie buone azioni nel giorno in cui le azioni compiute in questa vita verranno giudicate. Così sia. Amen” Ai piedi della Croce mi resi conto della frequenza dei pellegrini sul cammino, una fitta affluenza di persone di varie nazionalità, quel giorno spiccavano i giapponesi, protetti da berretti con retina e guanti, nonostante il caldo.

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Nella tappa di ieri ho riflettuto su alcuni aspetti del cammino, dopo la meditazione sotto la Cruz de Hierro ho continuato nella riflessione e intendo completare le considerazioni. saber el ottery mu hot as go Tante fonti riportano che le origini di questo pellegrinaggio sono di natura religiosa, poi nel corso degli anni si è aperto anche ad altre motivazioni. Nello specifico, negli ultimi anni, pellegrini tra l’80 e il 90% sono stati guidati da motivazioni religiose o comunque da una ricerca spirituale.

Qualcosa di molto importante nella vita dei pellegrini di Fede, che li accomuna al cammino, in questo posso esserne testimone, è la ricerca della tranquillità interiore, la stessa che offre il cammino di Santiago. Noto nella vita di tutti i giorni immagini e suoni che mi assalgono, a una velocità così elevata, che piu delle volte non fanno altro che confondermi di più. Allora non esito ad allontanarmi da tutto questo rumore per poter sentire di nuovo ciò che conta davvero, lungo il cammino, anche se si tratta semplicemente del silenzio della foresta o della tranquillità di un campo, posso finalmente disconnettermi e tornare in uno stato di pace.

Superata la Cruz de Hierro cominciai una discesa impegnativa, dopo qualche tornante arrivai al rifugio di Manjarín, il più particolare e storico albergue del Cammino. La sua storia mi portò in essa per vedere l’interno, mi fermai al punto ristoro, chiesi il sello e con grande stupore riconobbi l’ospedaliere templare, Tomás Martínez, gli dissi: “Señor, que placer conocerte”, mi offrì un caffe e ci facemmo una foto.

Ai complimenti per la storia che rappresentava, suonò una campana e mi disse: “Suena cuando llegan los peregrinos” Ripresi la discesa, che per quanto difficoltosa era spettacolare, si godeva di un’ampia vista sui monti intorno, si intravedeva anche Ponferrada, mi portò dai 1500 a 500 metri
Arrivato al paesino di El Acebo de San Miguel, mi colpirono le case di legno antichizzate dal tempo, decisi cosi di fermarmi per la notte. Presi posto all’albergue “La casa del pellegrino”, un grande albergo con tanto di piscina, ne approfittai per fare un bagnetto. Durante la cena conobbi la metre di sala, di origini siciliane, a tavola mi accompagnai con tre pellegrini, due austriaci e una signora svedese con problemi muscolari alle gambe, dovuti allo sforzo durante la discesa della giornata. Dopo cena feci un giretto tra le case del paesino e mi soffermai ad ammirare lo spettacolare e meraviglioso tramonto.

Articolo e foto di Vins Tramontano

Articolo e foto soggetti a copyright. Riproduzione riservata

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