“Direzione Santiago – le emozioni di un Cavaliere” Quinta tappa: da Lorca a Logrono – Rubrica a cura di Vins Tramontano, pellegrino Commendatore del Cammino di Santiago
Quinta tappa - Da Lorca a Logrono
Il quotidiano online News & Social si arricchisce di un'ulteriore rubrica dal titolo : "Direzione Santiago - Le emozioni di un Cavaliere" curata da Vins Tramontano, pellegrino Commendatore dell'Ordine del Cammino di Santiago.
Vins Tramontano ci racconterà del suo cammino per raggiungere Santiago de Compostela (Spagna), vivremo questa sua esperienza attraverso le sue emozioni e la narrazione delle tappe giornaliere.
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Quinta tappa – Da Lorca a Logrono L’alzata come tutti i giorni, mi veniva data dai primi rumori o dalle prime luci nella stanza, quella mattina mi svegliai alle sette, venti minuti per le operazioni mattutine, compreso la sistemazione del sacco lenzuolo nello zaino, e via in cammino per un’altra tappa da vivere. Quando mi piaceva girarmi indietro e ammirare il lento risveglio della gente, o le strade ancora vuote, ancor di piu il sorgere del sole, forte e deciso a riscaldare un altro giorno. Il mio passo era deciso, sarà che ero riposato, camminando consumai la bottiglia con gli integratori (forzatamente consigliati da mia mo-glie) e la merenda che avevo comprato la sera. Quel giorno camminavo con la tranquillità di sapere che ero me stesso, camminavo senza fretta e mi concedevo il permesso di andare al mio stesso ritmo, gli altri avevano già fretta, non sapevano cosa si perdevano a guardare indietro. Ognuno poteva andare come desiderava, non è mia intenzione criticare nessuno, né come fa la sua strada. Il mio cammino interiore è sacro per me, mi sta-vo concedendo questo piacere, fare ciò che volevo davvero, senza esigere né pretendere. Lungo il cammino ero me stesso, mi stavo sorprendendo della mia pace interiore, pensavo, “Esprimo emozioni, piango e se ne ho bisogno, vedo la mia parte oscura e l’abbraccio”. Continuavo a camminare e continuavo a scoprire quel posto che per molti anni non avevo voluto vedere, perché mi sentivo a disagio, mi dettava limiti e mi faceva sentire vulnerabile. Adesso conosco la sua profondità, posso fare tutto di ciò che sogno ogni giorno in questa vita, i miei sogni oggi più che mai aspettano con la fermezza di essere vivi. Questo è il cammino, questi sono i valori primari che indico ad ognuno, ognuno deve trovare l’intesa con la propria coscienza. In due ore, nonostante il caldo ero già ad Estella, attraversai la parte antica. Si trattò di una tappa senza difficoltà, tranne quella piccola, ma inattesa, salita al villaggio di Mañeru e, un pò più avanti, attraversai il paese di Cirauqui con le sue strade ripide.
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La città di Estella è conosciuta come la Toledo del nord per il gran numero di monumenti che ha. La visitai un po fugacemente, ma riconobbi che avrebbe meritato piu tempo per una visita un po più a fondo. Entrai in un locale per rifornirmi di acqua e mangiare qualcosa, salutai tutti i presenti con “Buenas dia senor”, poi chiesi un paio di uova in padella e del succo di frutta, nel mentre aspettavo, al tavolo vicino due vecchiette mi guardarono e sorridenti mi dissero, “pellegrino la Madonna ti accompagni”, indicandomi la figura di una Madonna appesa al muro, mi avvicinai e toccandomi il petto gli risposi: “Vi ringrazio di cuore”. Mangiai a stento tanto era stata l’emozione di quelle parole, all’uscita da quel locale ero grato ai miei genitori per avermi dato valori e regole e a Dio il piacere di piangere di gioia. Se un giorno mia madre non mi avesse mai parlato delle emozioni, non avrei saputo cos’e, che rallegra la vita. E non sarei mai caduto nella tentazione di scoprire questa meravigliosa sensazione, né di scoprire come cambiano la vita. Ora continuo a godere e non ho paura di condividere le mie emozioni con altri, anzi, quando gli altri provano emozioni, aumenta in me la consapevolezza che non conoscevo, l’emozione personale aumenta in ragione di quanto riusciamo a coinvolgere nelle nostre emozioni altre persone. Le emozioni sono un fenomeno complesso, sono pensieri, riflessi fisiologici, impulsi comportamentali, sono tutti questi aspetti insieme che determinano le nostre azioni e i nostri comportamenti, coinvolgendo sia il corpo che la mente. Per vivere pienamente è importante saper dare un nome alle emozioni, che cosa si prova e a capirne l’origine, può rivelarsi fondamentale per il nostro benessere. Mentre elaboravo questi concetti arrivai a Sansol, il tempo iniziò a oscurarsi, nuvole basse e minacciose si avvicinavano, percorrevo un tratto di sentiero tra campi e vigneti senza punti di riparo, pensai di essere adeguatamente attrezzato per proteggermi dalla pioggia. Alle prime gocce misi la copertura allo zaino e indossai il poncho, che mi fece sentire sicuro, pensai “Adesso può fare anche il temporale!!”…Continua la lettura 👇
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La pioggia fu forte, il temporale durò tanto, penso almeno un’ora, l’acqua scendeva copiosa, nonostante la copertura ero come nudo, sentivo l’acqua che arrivava da ogni dove, sembrava di stare in una vasca da bagno, mi fermai sotto le fronde larghe di una pianta, che quando si riempivano di acqua cascavano su di me come secchiate. Ormai bagnato dappertutto, mi assicurai che lo zaino fosse ben protetto, mi interessava che il contenuto non fosse bagnato. Restai passivamente ad aspettare che spiovesse. Altre volte mi ero bagnato, ma quella la ricorderò, caspita che me la ricorderò, ad ogni passo l’acqua usciva dalle scarpe, scendeva lungo la schiena, senza limiti lungo le gambe, non lo scorderò. Ero talmente zuppo che dovetti strizzare quello che avevo addosso, cominciai a camminare piano piano sotto una pioggerellina fitta, ad ogni passo le scarpe mi ricordavano la canzone: “Cosa vorresti dir, cosa vorresti far, se senti già le suole far cic ciac”. All’ingresso di Viana, proseguii verso il centro della città, tra le varie bellezze artistiche, c’è il Municipio, la chiesa di Santa Maria e una chiesa gotica di superbe dimensioni con la sua facciata rinascimentale originale. Dapprima avevo pensato che a Viana mi sarei fermato per la notte, invece l’attraversai concedendomi solo pochi minuti per visitare la cattedrale, sarà stata la pioggia, ebbi la sensazione di una cittadina alquanto cupa. Mi incamminai imperterrito, nonostante la pioggia, che ormai non mi dava piu fastidio. Non esitai a passare un tunnel stracolmo di acqua, tanto che mi arrivava sopra le scarpe, ero rassegnato di non poter fare meglio e deciso di raggiungere Logrono prima possibile. Mancavano circa 10 km, tra campi e vigneti pianeggianti ma praticamente inzuppati di acqua, li feci divertito, alcuni automobilisti mi suonavano in segno di conforto, mi dicevano: “vamos peregrino”. Camminavo lungo le sponde del fiume Ebro, che scendeva rosso dalla terra che aveva trascinato la tempesta, attraversai il Puente de Pedra e alle 18:45 entrai nell’albergue Santiago Apostolo. La gentilezza e la cortesia dell’hospidalera al ricevimento mi riscaldò della giornata trascorsa solitaria, mi indicò il posto letto e mi disse, visto che sono le 19:00 venga prima a cenare e poi va sistemare il letto. Durante la cena conobbi alcuni pellegrini, tra cui un siciliano, che stava facendo il cammino in bici…Continua la lettura 👇
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Dopo, una bella doccia calda che mi rimise al mondo, sistemai il letto con i vestiari personali, sacco lenzuolo e federa, riempii con carta igienica le scarpe bagnatissime, e nonostante avessi ancora addosso la sensazione di bagnato. Uscii a fare quattro passi per ritrovare calore, attraversai la città con passo svelto, era sabato e il centro di Logrono era affollato, mi fermai a prendere una cioccolata calda con una abbondante porzione di churro, mentre dalla vetrina guardavo lo scorrere della gente. Logrono è la capitale della Rioja, non era affatto male, era una bella cittadina, Al rientro in albergue trovai il siciliano intendo a sistemare la bici e si lamentava, diceva: “E’ un pezzo di ferro, non sono sicuro di arrivare a Santiago”. Prima di andare a letto cambiai la carta igienica nelle scarpe, ancora bagnate e le misi sottosopra.
Vins Tramontano
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photo credit: Vins Tramontano