Emanuela Orlandi un caso ancora aperto

È di pochi giorni fa la notizia, è sta suscitando enorme scalpore, ovvero l’apertura da parte del Vaticano di un fascicolo d’indagini sul caso di Emanuela Orlandi.

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Ricordiamo che Emanuela quando scomparve aveva quindici anni, era il lontano giugno del 1983 ed aveva appena terminato il secondo anno del liceo scientifico. Emanuela Orlandi nacque a Roma il 14 gennaio 1968 da Ercole Orlandi, commesso della Prefettura della casa pontificia, e Maria Pezzano. All’epoca della scomparsa abitava in Vaticano con i genitori e i quattro fratelli: Pietro, Natalina, Federica e Maria Cristina; Emanuela era la penultima dei cinque. Il 22 giugno 1983 Emanuela uscì di casa alle 16:00 circa per recarsi alle lezioni di musica in piazza Sant’Apollinare. La lezione di flauto si svolgeva dalle 17:00 alle 18:00 e quella di canto corale dalle 18:00 alle 19:00. Uscita dalla lezione di canto 10 minuti prima del tempo, Emanuela telefonò da una cabina alla sorella maggiore Federica, dicendole che un uomo l’aveva fermata proponendole un lavoro di volantinaggio per la Avon Cosmetics, retribuito con la somma di 375.000 lire (equivalenti a circa 193 €), da svolgersi durante una sfilata di moda nell’atelier delle Sorelle Fontana che si sarebbe tenuta dopo pochi giorni; la sorella le sconsigliò di accettare la proposta e le suggerì di tornare a casa per parlarne con la madre.Secondo le ipotesi investigative, la ragazza avrebbe incontrato il rappresentante della Avon prima di arrivare a lezione di flauto. Dopo la telefonata alla sorella, Emanuela aspettò l’uscita delle altre compagne dal corso di canto e insieme a due di esse, Raffaella Monzi e Maria Grazia Casini, raggiunse la fermata dell’autobus in Corso Rinascimento.A detta delle due ragazze, Emanuela alluse alla proposta di lavoro ricevuta e, da loro messa in guardia, disse che avrebbe chiesto prima il permesso ai genitori e che avrebbe comunque fatto attenzione per evitare brutte sorprese.Intorno alle 19:30, prima Maria Grazia e poi Raffaella, salirono su due autobus diversi dirette a casa, mentre, a detta di Raffaella, Emanuela non salì sull’autobus perché troppo affollato, dicendo che avrebbe atteso quello successivo. Da quel momento si persero le tracce della ragazza.

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Secondo un’altra versione, dopo la telefonata Emanuela confidò all’amica e compagna della scuola di musica Raffaella Monzi che sarebbe rimasta ad attendere l’uomo che le aveva fatto l’offerta, per dirgli che avrebbe chiesto prima il permesso ai propri genitori. Raffaella dichiarò che Emanuela l’avrebbe accompagnata alla fermata dell’autobus, lasciandola alle 19:30. Raffaella riferì quindi che dopo essere salita sul mezzo pubblico vide dal finestrino Emanuela parlare con una donna dai capelli ricci— che non fu mai identificata — anche se alcuni suggerirono che si trattasse con ogni probabilità di qualche altra allieva della scuola di musica.
Molte furono le indagine e le speculazioni, entrò in scena anche Ali Agca l’uomo che fece l’attentato al papà nel 1980 dicendo di avere rivelazioni clamorose da fare sul caso Orlandi.
La famiglia Orlandi in tutti questi anni non si è mai arresa credendo sempre che nelle buie stanze del Vaticano si celasse la verità sulla scomparsa della figlia, oggi con l’apertura delle indagini sembra si sia acceso un barlume di speranza, i legali della famiglia Orlandi dicono di essere in possesso di due messaggi di persone vicino al Santo Padre che esplicitamente parlavano del caso. Ora non ci resta che attendere e capire l’evolversi della situazione.
Testo rielaborato da Mario Verdetti info web
Foto Rai play
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