Emilia Genzano: da Castel Morrone a Imer Mille chilometri in solitudine sulle orme della beata suor Maria Serafina
Emilia Genzano da un bel po’ di anni puntualmente percorre circa mille chilometri per andare a piedi da Imer a Castel Morrone. Quest’anno ha invertito il percorso: a piedi da Castel Morrone a Imer. Non solo. Era sola con sé stessa, perché gli altri anni era in compagnia di Michele Casapulla.
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Emilia Genzano da un bel po’ di anni puntualmente percorre circa mille chilometri per andare a piedi da Imer a Castel Morrone. Quest’anno ha invertito il percorso: a piedi da Castel Morrone a Imer. Non solo. Era sola con sé stessa, perché gli altri anni era in compagnia di Michele Casapulla.
Ma che cosa è questo viaggio a piedi? Semplice è il percorso che oltre centotrenta anni fa fece suor Maria Serafina che, originaria di Imer, provincia di Trento, che allora faceva parte del Regno Austro-Ungarico, arrivò fino a Casolla per fondarvi un nuovo ordine monastico sotto il nome di Suore degli Angeli.
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Infatti, suor Maria Serafina fondò a Casolla il 28 giugno 1891 –anche se, in verità, la vestizione si ebbe a Briano – il nuovo ordine con altre quattro suore, di cui tre erano di Casolla; il giorno dopo le cinque suore, accompagnate da tutto il popolo di Casolla, si recarono all’abbazia di San Pietro ad Montes per consacrare al primo papa e martire cristiano la propria comunità monastica. Suor Maria Serafina, dopo essere stata dichiarata venerabile, il 3 giugno 2011 fu elevata al rango di beata dal papa emerito Benedetto XVI ed attualmente è in corso il processo di santificazione.
Si può ben dire che Emilia Genzano abbia voluto fare questa particolare esperienza di circa mille chilometri rigorosamente a piedi attraverso vie provinciali, viottoli di campagna e di montagna, boschi, fiumi, valli, insomma un vero e proprio percorso fisico, ma essenzialmente spirituale.
Alla nostra domanda se avesse avuto paura di attraversare i boschi o viottoli solitari, ha subito risposto: “Non avevo paura. Non mi sono mai sentita sola, anche quando ho attraversato un bosco sull’Appenino per oltre trentotto chilometri. In qualsiasi posto, in qualsiasi via che percorrevo non mi sentivo sola, anzi, vedevo che la mia forza cresceva di passo in passo.”
Emilia, è una distanza enorme mille chilometri, possibile che non abbia avuto un po’ di paura, un ripensamento?
“Mi faceva compagnia lo zaino. Dodici chilogrammi sulle spalle, tutti i giorni. Solo quando la sera mi ritiravo in qualche convento o ostello di fortuna lo adagiavo accanto a me. Lo zaino rappresenta la vita, la sua sofferenza ed il sacrificio che tutti quanti noi siamo chiamati a compiere per superare le avversità. Ma lo zaino è non solo la mia vita, ma anche quella dei miei amici, dei miei parenti, di tutte le persone che conosco e che mi anno compagnia e che mi incitano ad andare sempre avanti. Il viaggio della vita non è altro che un fardello che si deve portare sulle spalle e camminando a piedi si capisce il valore della ricchezza della propria vita, che dobbiamo sempre di più imparare ad amare.”
Cos’hai in programma nei prossimi giorni?
“Agli inizi di settembre da Castel Morrone partiremo in pellegrinaggio a piedi per Faicchio. Andremo a visitare la tomba di suor Maria Serafina ed a pregare. Faccio notare che Faicchio si trova sulla Via Francigena per cui sarebbe importante indicare la tomba di suor Maria Serafina tra le varie mete che si toccano lungo le più diverse diramazioni della Via Francigena. Ecco potrebbe essere una meta per i fedeli, per chi vuole fare un viaggio esclusivamente spirituale. Anticipo, inoltre, che quanto prima vi sarà una partecipazione sempre più consistente tra i comuni di Imer e Faicchio, che magari potrà portare anche un gemellaggio.”
Angela Mone
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