Focus sulla serie “Symphony” dell’artista Pietro Nino
L’artista Pietro Nino è ben indirizzato a esprimere gemmazioni informali sulla tela per ridistribuire stesure addensate e determinate, “giocate” nella rete e nella misura di un equilibrio sostenuto, accompagnato e sentito.
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Gli scenari frammentati e frantumati disegnano visioni ludiche di un gioco mentale, interessante e intrigante.
Nei suoi molteplici passaggi abbreviati, tronchi, mozzi, spezzati per aumentare una proliferazione segnica si conciliano rimandi temporali e virtuosismi di pause e di accenti coloristici appuntiti.
La forte e ripetitiva elaborazione pittorica è specificata con plurimi tratti.
Una “coazione a ripetere” si profila e supporta e suffraga campi cromatici, assolti in tocchi e ritocchi, segni, segnature, segnacoli bilanciati e calibrati e, così, la estensione raggiunta conforta e tranquillizza panorami e visioni sovrasensibili.
L’estensione frammentata è determinata da sequenze di ciuffi e fiocchi cromatici di energica tempra esecutiva.
Notiamo, altresì, che specifiche note coloristiche s’agglutinano negli impasti e prendono, così, corpo dei voli liberi, salti prodighi, assalti solipsistici e notazioni di viaggi intimistici essenziali, che, ulteriormente, procedono a rassodare coaguli chiasmatici per alimentare e sostanziare, quindi, pressioni emozionali di carattere, inclini a ribadire, a ripetere, a riformulare in continuazione una dimensione reticolare per una griglia elastico-materica.
L’autore raccoglie forze endogene, rabbie rapprese e umanissime irritazioni in stesure programmatiche, quasi di revanche esistenziale in una musica muta di accordi silenti.
In questa sistemazione la sua pittura ha un senso potenzialmente utopico e, nel contempo, virtualmente catartico.
L’asse pittorico, circostanziato da una composizione serrata, segue un’ecologia del pensiero e insegue il corso del mondo e stringe le maglie per sfuggire a vizi di abitudini non consone.
Sembra quasi che si stenda una pittura terapeutica per una cortina difensiva, ma sempre con l’intento di percepire luci di speranza e di sollievo e per innalzare profili di nuovi tessuti sociali e una migliore geografia umana.
Umori salienti di radici declinano opere di robusto e deciso spessore per corroborare scene di una surrealtà informale precipitate in un puro e bilanciato esprit mediterraneo.
Le disposizioni del ciclo “Symphony” si posizionano su tessiture, che corrono su anse e rilevi materici.
Colori intensi si condensano e definiscono scelte capaci di estroflettere una sensibilità, in parte istintiva e in parte educata a connettere variegate connotazioni.
Le immagini intense sono realizzazioni di impatti visivi.
Le declinazioni pittoriche, spinte da un consapevole acume, sono, complessivamente, frontiera e pronuncia di spessori ed emerge, così, una concretezza acuta.
Le incursioni della materia e i convinti orientamenti cromatici, esaltanti un corpus attrattivo, sistemano una misura calibrata di una ricerca vigorosa, centrata su impronte informali.
Ogni opera è sintesi di un comporre, ripercorrere e ridistendere la dolce cremosità dei colori e i percorsi della mano delineano una versatilità giusta e concludente.
Nella sua programmazione tematica aderiscono risultati adeguati.
Il saper dosare segmenti e intonazioni coloristiche riesce a far risalire frangenti emotivi e situazioni in linea con soglie psicologiche.
L’artista col suo appartato lavoro viene promosso nel panorama visivo contemporaneo.
Da un’attenta lettura e da un’ottica di disamina, si comprende una creatività sorgiva e motivata e alla consistente ricerca di avvincenti appassionamenti per redigere nuove istanze, trasfigurate da regole personalissime.
Maurizio Vitiello
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