Galileo Chini, tra liberty e decò
Eclettismo. Questa è la parola che ci viene in mente quando vediamo tutta la produzione dell'artista Galileo Chini (1873-1956), in mostra al MIC di Faenza.
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Faenza. Passato, presente e qualche nota di futuro, tutto presente nei suoi capolavori. Questo artista della ceramica liberty, con temi floreali visibilmente moderni, creava i suoi prodotti artistici nella sua bottega, detta Arte della ceramica, in via Arnolfo a Faenza. Espose molto il Chini, lo fece all’Esposizone di Parigi nel 1900, all’Esposizione internazionale d’arte decorativa moderna di Torino nel 1902, a Gand, a Bruxelles e a San Pietroburgo. Presto aprì anche un’altra bottega, Le Fornaci di San Lorenzo, nel Borgo San Lorenzo al Mugello. Vediamo allora alcune opere.
Bellissimo l’esaltazione contemporanea in chiave antica delle menadi e l’uva, un pannello ceramico del 1898-1902, in cui le figure femminile sono attorniate da grappoli e rose. Molti vasi in mostra (fig. 1), tra cui quello con il pavone, in una cartella circondata d fiori, 1903-1909 (fig. 3). Interessante anche il vaso con pesce, di un realismo impressionante e dai colori sgargianti, o quello con la stella marina dalle Fornaci Borgo San Lorenzo del 1925. Molto interessanti anche i pannelli artistici dello stabilimento termale “L. Berzieri, intitolati “Autunno e Primavera” oppure il quadro La Primavera Classica, 1914 (dettaglio), tecnica mista su tela.
Un artista che ci ha consegnato delle bellissime opere, tra modernità ed antichità.
Articolo a cura di Giuseppe Papale
Articolo soggetto a copyright. Produzione riservata.