I SOCIAL COME ARMA DEL DELITTO.

The Borderline è il nome scelto da alcuni ragazzi per il loro canale youtube.
Canale seguito da circa 600.000 utenti soprattutto giovanissimi che seguivano i loro “beniamini” e che si aspettavano sempre un nuovo video, si aspettavano ogni volta qualcosa di più.

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The borderline, letteralmente significa limite, quello che questi ragazzi nei loro video cercavano di oltrepassare senza rendersi conto dei pericoli che questo comportava ma focalizzati soltanto nell’ottenere views.
Infatti nella giornata del 14/06/2023 tra Casal Palocco e Acilia in provincia di Roma è avvenuta una grandissima tragedia, cinque ragazzi a bordo di un SUV lamborghini si sono scontrati con una Smart forfour con all’interno una famiglia composta da madre e i suoi due figli di cui il più piccolo di appena cinque anni morto in ospedale a seguito del violento scontro.
Un fatto tragico, orrendo che ci deve fare riflettere sul problema della sicurezza stradale oltre che dell’uso scorretto dei social.
Nel primo caso si deve assolutamente investire sulla prevenzione attraverso un aumento delle forze dell’ordine nelle nostre strade, l’uso di telecamere ad alta definizione e grandissime sanzioni in caso di comportamenti dannosi alla guida; ritiro della patente a vita in caso d’incidenti provocati da alcool, droga ed uso del cellulare.
Mentre per quanto riguarda i social, si dovrebbero richiedere i documenti ad ogni iscritto facendo iscrivere soltanto i maggiorenni e successivamente porre un controllo attraverso l’ormai chiaccherata intelligenza artificiale per porre una ferrea verifica degli account e segnalare agli enti Preposti situazioni di pericolo se ravvisate più volte.
Infatti se nel canale the Borderline si fosse eseguita una verifica attenta dei contenuti e delle immagini che proponeva, si sarebbe potuto chiedere l’intervento delle forze dell’ordine o comunque l’intervento del social interessato che chiudendo la pagina non avrebbe permesso ai ragazzi di fare altri video perché privi del loro canale e soprattutto dei loro seguaci.

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Lo scontro è stato violentissimo, un bambino è morto, la sua famiglia in ospedale, il ragazzo che guidava è accusato di omicidio stradale e dalle ultime notizie sappiamo che si è riscontrata una positività agli stupefacenti (oppiodei) mentre per gli altri quattro ragazzi se venisse confermata l’ipotesi che sta circolando e più precisamente l’uso del telefonino per riprendere e pubblicare il tutto sui social rischierebbero l’accusa di concorso in omicidio
In questa situazione tutti sono vittime.
Il bambino perché è morto, la famiglia del bambino distrutta dal dolore e i ragazzi perché dovranno subire un giusto processo oltre la gogna mediatica che in queste ore sta crescendo sempre di più.
Tutti dobbiamo fare mea culpa, tutti dobbiamo prendere questo tragico evento come un insegnamento per il presente e per il futuro, iniziando sin da subito a fare tutto quello che è nelle nostre possibilità per non rendere vana la morte di un bambino di soli 5 anni.

Michelangelo Morreale

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