Questa volta non si fermò a manifestare con dichiarazioni eventuali possibilità, ma le attuò. Il giorno dopo il ministro Luigi Federzoni diramò una circolare ai prefetti disponendo misure con cui si limitava la libertà di stampa e la chiusura di tutti i circoli e le associazioni non in linea col Governo.
Da quel momento, l’Italia cambiò volto, tutto ciò che era pubblico e tutto ciò che era privato doveva rispondere ai desiderata del Capo del Governo e del Fascismo; in altre parole, tutta la struttura statuale, come la pubblica amministrazione, la scuola, la magistratura, l’esercito, l’economia e via di seguito, fu fascistizzata, perché bisognava inquadrare qualsiasi attività, anche la più piccola, nell’ottica del bene supremo della Nazione.
Tutto ciò durò fino alla fine del conflitto mondiale, che aveva visto l’Italia parteggiare per la Germania e per il Giappone contro la gran parte degli altri Stati, capeggiati dagli Usa, che da quel momento svolgono ruoli e funzioni di protagonista in ogni conflitto mondiale.
Di redazione
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