Il mito di Partenope raccontato da Jakin – prima parte

L'uomo da sempre è alla ricerca del soprannaturale e del mondo del divino, così, da secoli, le fiabe ed i racconti del mondo antico avvincono e rapiscono le generazioni ed educano l'umanità sempre alla ricerca di certezze . Dove la scienza e la storia si fermano, arriva la leggenda che chiarisce, spiega l'inspiegabile, solleva l'uomo dalle angosce dell'esistenza

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Secondo il mito classico di Apollonio di Rodio, le tre sirene ,la cui bellezza era direttamente proporzionale alla loro malvagità: Partenope la bellissima dal volto virginale e dotata di una meravigliosa voce, Ligea la voce dell’oltretomba e suonatrice di lira Leucosia la bianca creatura suonatrice di flauto, erano tre sorelle . Figlie di Melpomene Musa della Tragedia e del fiume Acheloo, avevano il potere d incantare e sedurre gli uomini con il loro canto, potere che sarebbe cessato quando un uomo le avrebbe respinte e condannate a morire per la vergogna. Il canto delle sirene esprimeva tutto ciò che avrebbe reso l’ uomo veramente uomo ,chi passava per quei luoghi non era attratto solo dalla soavità del canto ma dalla curiosità del sapere da loro dichiarato, così che restava incagliato ai loro scogli per la bramosia di sapere. Partenope, e le sorelle vivevano tra le rocce in mezzo al mare , finchè,un giorno ,Ulisse, l’eroe greco, arrivò con la sua imbarcazione proprio in quel luogo e le sirene cercarono di sedurlo con il loro canto . Ulisse volle ascoltare quel canto, ma non cadde preda delle sirene perché, essendo stato avvisato dalla maga Circe del loro potere nefasto , si fece legare all’albero maestro della nave . Partenope non riuscì ad ammaliare Odisseo e non accettò mai il suo rifiuto tanto che, per il dolore si gettò da un alta roccia .Le onde portarono il suo corpo fino al golfo di Napoli precisamente sull’isolotto di Megaride dove in seguito fu edificato Castel dell’ Ovo da Guglielmo primo di Sicilia detto il Malo. Il castello più antico della città di Napoli , luogo magico ed esoterico . Qui il corpo di Partenope si dissolse prendendo la forma della città di Napoli , la sua testa è la collina di Capodimonte, mentre la sua coda disegna il contorno dell’altura di Posillipo. Napoli ,la città fondata con amore e per amore, i miti che ne raccontano le origini sono tanti e diversi ma tutti convengono che l’amore e la passione sono il suo fondamento.

Il mito della sirena Partenope ebbe maggior diffusione quando Napoli, sin dalle cronache di Petronio e Apuleio , e poi nelle più diffuse pagine di Petrarca e Boccaccio cominciò a configurarsi come la città dei suoni e dei canti , peculiarità che ben si accordava con la leggenda delle sirene e del loro canto melodioso e tentatore . In pratica sottolinea un motivo religioso, il trasferirsi del culto delle sirene dalle rive dell’Egeo , dove era già praticato da tempo a Rodi e Creta ; qui le donne uccello dell’immaginario greco, assumono il corpo di un pesce dalla cintola in giù nell’iconografia medioevale e sono attestate sulle rocce e sugli scogli posti davanti a Positano , che ora noi chiamiamo Li Galli, mentre dagli antichi erano chiamati “Sirenussai” . Nel 1800 si diffuse un’altra variante al mito di Partenope , si raccontava infatti di Partenope come una sirena che abitava le coste del golfo di Napoli . Un giorno le si avvicinò un centauro dal nome Vesuvio , Eros scagliò il suo dardo senza indugiare facendo innamorare Partenope e Vesuvio . la loro felicità durò poco , perché Zeus anch’egli innamorato di Partenope decise di separare i due amanti , trasformando Vesuvio in un vulcano ai confini del golfo, in modo che Partenope lo potesse vedere ma senza poterlo toccare. Il dolore spinse Partenope a togliersi la vita presa da un impeto di disperata passione. Le onde cullarono il suo corpo privo di vita fino all’ isolotto di Megaride, dove forse grazie a qualche divinità celeste assunse la forma di una città incantevole. Finalmente poteva ricongiungersi a Vesuvio , sancendo per sempre un patto d’amore senza tempo.

Jakin

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