Il tesoro della legalità al Museo Archeologico di Napoli

Mercoledì 8 novembre presso il Museo Archeologico di Napoli si è svolto un importante evento dal titolo “Il tesoro della legalità”, durante il quale più di 15.000 reperti sono stati liberati dai sigilli posti a seguito di sequestri e falsificazioni

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Come accennato nei diversi articoli riportati sulle più importanti testate, l’Italia in qualità di nazione è soggetta a diversi scambi illegali di opere d’arte nei meandri del mercato nazionale ed internazionale, spesso provenienti da scavi archeologici clandestini. Ebbene, il nucleo di tutela del patrimonio dei Carabinieri da lungo tempo ormai si pone l’obbiettivo di mettere un freno a tutto ciò.
Tra i reperti abbiamo anfore, crateri, lastre marmoree, reperti funerari e liturgici che fanno parte di una cultura, la nostra, fondata sull’arte. Un gesto del genere da parte dell’istituzione museale in accordo con il ministero è ovviamente molto positivo e nasconde due tipologie di significati:
– Il primo: l’efficienza di tutela ma anche di contrasto all’illegalità
– Il secondo: la tutela simbolica del patrimonio volta alla comprensione della nostra cultura e dell’importanza di esso nel nostro quotidiano

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A tal proposito, i reperti in attuale e continuo restauro, saranno soggetti a diverse mostre le quali date saranno poi stabilite in futuro. I reperti come accennato precedentemente sono stati mostrati per la prima volta durante la conferenza stampa di mercoledì 8 novembre, alla quale hanno presenziato gli organi di dovere tra cui diversi studiosi d’archeologia e i principali rappresentanti del nucleo di tutela stessa. In occasione del convegno sono state date in consegna delle lastre provenienti da una tomba a Paestum conosciuta anche come la “tomba del cavaliere”. Soggetto di sequestro nei primi anni 2000, la tomba era stata affidata a Palestrina.
Al MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli) quindi, sono avvenute due cerimonie simboliche, sono state riconsegnate due delle monete che erano state trafugate nel corso di una rapina a mano armata nel 1977 e poi finite sul mercato antiquario e la seconda invece ha visto la consegna di alcuni reperti poi scoperti falsi al Laboratorio del falso dell’Università Roma3.

A cura di Fiorella Verile
Articolo soggetto a copyright

Fonte: MANN, Artmagazine.

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