Osservando il fenomeno a 360 gradi, si nota che in tutti i settori, privati e pubblici, ci sono rappresentanti che tutelano i diritti della loro categoria. Da ex appartenente ad una forza di polizia mi sento leso quando ascolto e vedo l’imperversare di scioperanti contro gli addetti all’ordine pubblico, con offese personali e di gruppo.
Non sono dei robot, ascoltano e come tutti sono irritati dalle offese, tuttavia ligi alle regole continuano ad operare.
Il diritto alla reputazione, nell’ordinamento italiano, viene tutelato in quanto bene avente rilevanza costituzionale. Sebbene non sia espressamente menzionata, infatti, la tutela della reputazione può essere ricavata dal combinato disposto degli artt. 2 e 3 della Carta, indi non ritengo giusto che i comandati al servizio di ordine pubblico debbano subire offese.
La causa della protesta, per qualsiasi motivo non deve sfociare con gli insulti a chi opera in prima linea.
Non mi addentro oltre, in quanto ritengo che il compito di adottare provvedimenti a questa campagna denigratoria sia prerogativa degli addetti ai lavori, però mi limito a sollecitarne le contromisure.
Vins Tramontano
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