La comunicazione: Il linguaggio dei segni ed il cervello

Il Talento di comunicare con se stessi e con gli altri!
Continuiamo il nostro percorso che ci permetterà di scoprire la Mente umana nei suoi meandri e per capire il suo modo di comunicare con sé stessi e con gli altri.
DOMANDA: Ciao sono Elena e ti volevo chiedere: quando si utilizza il linguaggio dei segni, il cervello si comporta in modo differente?

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RISPOSTA: Cara Elena, nostra compagna di viaggio, la tua domanda fa riferimento ad una forma di linguaggio molto particolare, che ha delle caratteristiche estremamente interessanti.
Tra le varie forme di linguaggio annoveriamo anche quella dei segni, basata sulla gestualità delle mani, sul movimento del corpo e soprattutto sulle microespressioni facciali.
Subito si nota l’assenza del linguaggio paraverbale, basato sul tono e sulla velocità della voce, che conferisce una notevole espressività alla persona; ma, con una più approfondita analisi, noteremo che la componente paraverbale è insita nella gestualità delle mani. Osservando attentamente il loro movimento e la loro velocità possiamo comprendere le caratteristiche della “voce” con cui il nostro interlocutore ci parla.
A tutto questo viene associato, in maniera rilevante, la componente non verbale, come il movimento del corpo e soprattutto le microespressioni facciali. Si, è proprio quest’ultima componente che conferisce la parte espressiva a tale linguaggio. E’ in questa fase che il Cervello imprime carattere e personalità alla comunicazione di chi si esprime, trasformando in espressioni e movimenti la sua parte emotiva.

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Tutto ciò ci può far comprendere che, sia nel linguaggio parlato che in quello dei segni, vengono sempre coinvolti i 3 Cervelli e le tre forme di comunicazione. Noteremo sicuramente come il Cervello “rettiliano”, il Cervello “limbico” e il Cervello “neocorteccia” si esprimeranno attraverso i vari tipi di linguaggio: il NON verbale, il Paraverbale e nel nostro caso quello dei Segni, rendendo la comunicazione sempre più completa.
La differenza che possiamo notare però, è quella relativa al momento in cui si impara il linguaggio dei segni: è notevolmente differente il comportamento del Cervello quando lo si impara alla nascita o lo si impara come secondo linguaggio. E’ in questa ultima fase che il Cervello deve compiere uno sforzo maggiore, è la parte emotiva, che normalmente si esprime con il linguaggio paraverbale, che deve essere trasformata in gesti e movimenti intrisi di espressività, dando completezza alla comunicazione.
La cosa importante in tutte le tipologie di linguaggio è sempre essere coerenti tra quello che si dice e come lo si dice, esprimendo chiaramente i nostri concetti e soprattutto le nostre emozioni!
Seguiteci nel percorso per migliorare noi stessi e la nostra comunicazione!
Pako Zatarra

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