I musei in qualità di luoghi culturali hanno la necessità di adeguare non solo le strutture architettoniche, ma anche i percorsi museali alle diverse tipologie di pubblico, così facendo si rispettano i termini di valorizzazione che i diversi paesi dell’EU si impegnano a mantenere. A livello giuridico sono diverse le convenzioni che l’Italia ha firmato tra cui ricordiamo la Convenzione di Faro del 2005, firmata nella città portoghese in cui si cita:
“Anzitutto la centralità del concetto di «persona con disabilità» che – secondo quanto delineato dalla Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF, 2001) elaborata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – sposta il fulcro della questione dalla malattia dell’individuo alla disabilità intesa quale prodotto di fattori ambientali, fisici e sociali e di inadeguate o insufficienti risposte che la società fornisce alle persone che hanno bisogni particolari. Un tale approccio richiama ad una più forte responsabilità tutti coloro che sono coinvolti a gestire un luogo aperto al pubblico, quali sono un museo, un complesso monumentale, un’area o un parco archeologico. In seconda istanza, un’idea di accessibilità – di spazi ed oggetti – da interpretare in chiave ampia e multidimensionale (mobilità, orientamento, raggiungibilità, usabilità, comunicazione, informazione, comprensibilità e facilità d’uso, autonomia, sicurezza, piacevolezza).”