La Napoli esoterica raccontata da Jakin

Continua il viaggio nella Napoli esoterica con il Castel dell’Ovo luogo magico ed esoterico, il castello più antico della città, situato sull’isolotto di Megaride che, fu fatto costruire dal re normanno Guglielmo primo di Sicilia, detto il Malo.

Un viaggio che inizia dai nostri caseifici...e finisce sulle vostre tavole

Secondo la leggenda che circola già dal 300 d.C ai sotterranei del castello è legata la magia del mago Virgilio che, usava gli incantesimi per proteggere la città. Fino ad età medioevale fu considerato protettore di Napoli, fin quando la chiesa per eliminare qualsiasi forma di paganesimo lo sostituì con San Gennaro. Il mago fece murare nei sotterranei del castello un uovo deposto in una caraffa di vetro, quindi da ciò il nome, e fin quando l’uovo resterà integro, verrà salvaguardata l’integrità del castello e della città.
In piazza del Gesù nuovo, sorge l’omonima chiesa costruita tra il 1584 ed il 1601 in stile barocco ed esoterico, è un pentagramma a cielo aperto, vi è infatti una musica scolpita sul bugnato a blocchi di piperno a forma di piramide. Le lettere aramaiche presenti sulla facciata non solo sono simboli esoterici ed alchemici, ma bensì l’insieme di simboli, che racchiudono una vera partitura di un concerto per strumenti a plettro, decifrata dallo storico dell’arte Vincenzo de Pasquale e dal musicologo ungherese Lòrànt Rèz.

Nella stessa piazza l’obelisco dell’Immacolata, una struttura marmorea decorata con ricche sculture, dove in cima, svetta la statua in rame dell’Immacolata, pare che questa immagine, di sera, si trasformi in quella della Santa Muerte le cui origini affondano nel culto azteco a Mictecacihuatl dea della morte, dell’oltretomba e della rinascita. La santissima, come la chiamano i suoi devoti, ha una rappresentazione estetica con la clessidra ed una marionetta, a rappresentazione del suo ruolo nel conteggio del tempo umano, a Napoli è conosciuta per volontà di un prete messicano che ne professò il culto.
La chiesa di San Giovanni a Carbonara, è una chiesa monumentale sita nell’ omonima strada del centro storico, ricca di opere pittoriche e sculture cinquecentesche, racchiude tra le celeberrime cappelle Caracciolo del Sole e Caracciolo di Vico, tra il monumento a Ladislao Durazzo e l’altare Miroballo, la cappella di Somma. Sul monumento funebre di Scipione di Somma sfoggiano rappresentazioni di satiri e bafometto. L’occhio racchiuso in un triangolo, i tre princìpi: libertà, uguaglianza e fraternità, principi evangelici, templari e massoni. L’altare Miroballo con la raffigurazione delle pigne risalenti al culto egizio, i nontiscordardimè e l’aquila, massimo simbolo della perfezione, l’unico animale capace di fissare il sole, la luce della conoscenza. Il pavimento con mattonelle a mosaici ottagonali racchiusi in un altro ottagono, formano il numero otto, simbolo dell’infinito. Su di una parete si scorge un triangolo con la scritta: “antico ed accettato”, probabilmente nel 700 in quei luoghi si svolgevano riunioni massoniche, ma non ci sono precise testimonianze a riguardo.

Jakin

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