La tragicità dei fiumi italiani – a cura del prof. Giuseppe Papale
I fiumi italiani sempre meno idrici. Questo è l'allarme dato dagli esperti, che segnalano come i grandi bacini acquiferi sono sempre a livelli più bassi.
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Una prima soluzione che si sta valutando è quella di creare degli invasi, pronti a raccogliere l’acqua piovana. Il fiume più colpito è il Po (f. 1), come gridano allarmisticamente le associazioni ambientaliste e di categoria: si vocifera che la sua portata è ben all’80 per cento in meno della sua portata. Il Garda sta calando, l’Adda e l’Adige stanno soffrendo la mancanza di precipitazioni. Eppure è tutta l’Italia ad essere colpita, con situazioni siccitose anche al centrosud. In effetti, quando la pioggia scende non fa altro che peggiorare la situazione, con vasti uragani e precipitazioni violente che ingrossano fiumi, torrenti e ruscelli tanto da farli esondare, come è accaduto ad es. a Capua con il fiume Volturno. La neve, altro elemento in grado di risollevare la situazione critica, cade molto in meno e non riesce da sola a far alzare il livello dei fiumi. Inoltre già i metereologici stanno avvisando che anche quest’estate sarà tra le più calde degli ultimi anni, con l’ennesima falcidiata alle culture.
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La situazione complessiva degli interventi non è molto positiva, sebbene con i fondi del Pnrr molti comuni stanno cercando di pulire gli invasi, creare sbocchi, rinforzare gli argini, sostituire le condutture vecchie di anni per non parlare del problema degli acquedotti, che andrebbero manutenzionati. Molti ambientalisti, però, nonostante le reali evidenze della situazione, protestano vivamente contro le costruzioni di dighe che distruggono l’ecosistema e non hanno tutti i torti. Infatti, l’acqua serve principalmente alle grande aziende agricoli ed ai piccoli coltivatori, che troppo spesso hanno prelevato più acqua del previsto, senza rispettare i limiti consentiti. Ed ecco proprio il progetto della Coldiretti di creare tanti piccoli laghetti artificiali, anche in cave spesso utilizzate come discariche, che servirebbero in realtà sempre per gli agricoltori e non per ripristinare un ecosistema già fragile. Sempre per una presunto aiuto ambientale, invece c’è tutto l’interesse delle aziende fotovoltaiche e dell’Europa falsamente green, già si sta pensando di mettere fotovoltaico ed eolico presso questi bacini per creare energia. Se non si rispetta l’ambiente invece di fare economia green che non risolve quasi mai il problema, non arriveremmo mai ad aiutare i nostri fiumi.
Giuseppe Papale
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