Infatti Carlo oramai da anni non può più uscire dalla RSA, anche se ha manifestato più volte e a gran voce la volontà di voler andare via, poiché il suo amministratore di sostegno ha deciso in tal senso.
Ma è notizia recente che la Corte Europea dei diritti dell’uomo ha condannato
l’Italia per violazione dell’articolo 8 e precisamente perché il signor Gilardi si è trovato sotto completa dipendenza del suo amministratore in quasi tutti gli ambiti della sua vita e senza un limite temporale.
Questa storia pone l’accento sui poteri che spesso vengono delegati agli amministratori di sostegno che il più delle volte fanno il loro lavoro diligentemente ma a volte, come in questo caso, rischiano di limitare la libertà di una persona sostituendosi in toto ad un giudice così da rovinare la vita delle persone per sempre.
Auspichiamo in un intervento delle istituzioni sia per il caso di Carlo Gilardi, permettendogli di tornare a casa e indagando l’amministratore di sostegno per questo atteggiamento poco chiaro e poco collaborativo, ma soprattutto per tutte quelle persone che si trovano in una situazione simile, sperando che storie come quella raccontata siano solo un caso isolato e “sfortunato”.
La tutela sei diritti dei cittadini è cosa buona è giusta ma non deve trasformarsi in una limitazione della libertà personale.
Speriamo che questa sentenza faccia da monito, siamo tutti con te nonno Carlo!
A cura di Michelangelo Morreale, criminologo
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