L’alimentazione in Terra dei Fuochi – a cura della dott.ssa A. Figurato
Piombo, cadmio, arsenico, mercurio… Come diminuire la possibilità di contrarre tumori e varie patologie. Mentre l’età media aumenta grazie alla scienza, gli “anni in salute” diminuiscono a causa di malattie croniche.
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Ormai è ampiamente noto a tutti che la nostra regione Campania ha acquisito da dieci anni a questa parte il triste appellativo di “Terra dei fuochi”. I numerosi incendi dolosi di rifiuti, di plastiche e di appezzamenti di terra inquinati dalla preesistente presenza di amianto, che continuano ad affliggere le nostre zone in questi giorni, hanno rinforzato la scelta di questa dolorosa etichetta. Per noi abitanti il danno è duplice: ambientale e alimentare.
La Campania, infatti, è conosciuta in tutta Italia per la ricchezza di prodotti agricoli, per l’estensione dei suoi campi coltivati e la presenza di aziende d’allevamento che vivono da anni grazie alla vendita di frutti dell’agricoltura e della pastorizia. Non a caso nasce in Cilento, alla fine degli anni ’50, la Dieta Mediterranea di Ancel Keys, che l’UNESCO nel 2010 ha battezzato “patrimonio culturale immateriale dell’Umanità”.
Per quale motivo ha acquisito così tanto prestigio? Perché i popoli delle zone cilentane erano tra le più longeve al mondo e il motivo risiedeva principalmente nel loro stile di vita e nelle loro scelte alimentari quotidiane. La prevalenza di cereali integrali, legumi, verdura, frutta, olio extravergine di oliva, frutta secca, e il consumo limitato di pesce, latticini e carne, soprattutto, rendeva queste popolazioni non solo longeve, ma consentiva loro di arrivare alla veneranda età in uno stato di buona salute.
Invece, attualmente, anche se l’età media è aumentata grazie ai progressi della scienza e della medicina, gli anni in salute della popolazione sono nettamente diminuiti e quello che prevale è uno stato di cronicità per diverse malattie. Il tipo di alimentazione è nettamente cambiato, assomigliando sempre di più a quello americano, con una presenza dominante di carne nella dieta settimanale, cibo spazzatura e bevande zuccherate, a cui si è aggiunto anche un peggioramento degli stili di vita caratterizzato da una maggiore sedentarietà.
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Se a questo cambiamento in negativo delle abitudini si associa anche l’inquinamento, la “combo” diventa potenzialmente fatale. L’emergenza ambientale, infatti, non riguarda solo l’aria che respiriamo, ma anche il cibo che mangiamo proveniente da terre in cui vengono sotterrati rifiuti tossici o da campi irrigati con acqua contaminata da sversamenti degli stessi.
Ciò che arriva sulle nostre tavole è, quindi, potenzialmente avvelenato dalla presenza di metalli pesanti (piombo, cadmio, arsenico, mercurio, etc.) che hanno variegati effetti negativi, se assunti cronicamente, sul nostro organismo.
Come possiamo ridurre, allora, l’impatto che queste sostenze tossiche hanno sulla nostra salute? Attraverso la scelta di vegetali provenienti da agricoltura biologica o da orti coltivati a riparo dall’esposizione a fumi tossici e acque inquinate, e prediligendo pesci di piccola taglia (alici, sardine) il cui ciclo vitale è piuttosto breve e, il rischio di accumulare dosi pericolose di metalli pesanti presenti nei corsi d’acqua è più basso. I pesci di piccola taglia, inoltre, così come la frutta secca, sono ricchi di acidi grassi polinsaturi che proteggono dallo stress ossidativo corporeo innescato dall’inquinamento, mentre i cereali integrali, i semi di girasole, le noci, le mandorle, le nocciole e i prodotti derivati dall’utilizzo di grani antichi, favoriscono, grazie alla loro ricchezza in selenio, la conversione del mercurio in un derivato eliminabile con le urine, consentendoci, quindi, di disintossicarci dallo stesso.
Anche l’olio extravergine di oliva è una fonte importante di vitamina E, nota per le sue proprietà disintossicanti, e di polifenoli che proteggono dall’invecchiamento precoce innescato da un eccesso di specie reattive dell’ossigeno che entrano nel nostro organismo con l’inquinamento atmosferico.
Altra pratica molto utile è quella di ridurre l’utilizzo di plastiche ad uso alimentare, a partire dalle bottiglie, preferendo acqua di rubinetto filtrata grazie all’utilizzo di depuratori domestici. Non meno importante è ridurre lo stato di infiammazione generale indotto da eccessivo stress, sovrappeso e scarsa attività fisica, che costituiscono terreno fertile per la deposizione di metalli pesanti, migliorando il proprio stile di vita.
Concediamoci, inoltre, giornate fuori porta, magari verso luoghi incontaminati, per fare il pieno di aria pulita, almeno una volta alla settimana. I nostri polmoni, infatti, sono in grado di ripulirsi e rigenerarsi: molto dipende dalle nostre scelte!
Dott.ssa Annalisa Figurato
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