Li chiamano “food bloggers” ce ne sono di competenti ma anche no

Ovviamente, come in ogni mestiere, ce ne sono di competenti ma anche no e, in questo caso, pare proprio che siano quest’ultimi a prevalere.
D’altra parte, oggi coi social e uno smartphone basta poco per improvvisarsi food blogger e racimolare la “jurnata” da compiacenti pizzajuoli e ristoratori che non vanno tanto per il sottile riguardo a chi gli fa un po’ di pubblicità in più, tanto qualche “piscitiello” abboccherà sempre e comunque male non faranno.
Ma attenzione che di “sole” food bloggers non se ne trovano solo fra i dilettanti ma anche tra quelli di vasta notorietà.
Però, in questo caso, il loro peccato non è l’incompetenza a valutare pizze e ricette varie ma piuttosto l’avidità.
Ecco perché li definisco i “juke box dell’opinione”: basta metterci il soldo e loro “cantano” quello che vuoi.

Fateci caso, a loro capita sempre di gustare pizze fantastiche, cibi indimenticabili, vini del paradiso. Mai che esprimano incertezze, perplessità, un filo di critica negativa. Che mazzo che hanno che gli va sempre da dio quando si siedono ad un tavolo per mangiare!
E allora è ovvio che, poiché purtroppo fra i food bloggers sono tanti i pinocchietti, i loro “giudizi” vanno presi non con un ma con cento molle.
Ieri mi è capitato di vedere un video di uno di questi “esperti” che seduto al tavolo di una nota pizzeria si accingeva a recitare una giaculatoria di superlativi per tutto ciò che gli veniva servito.
Ebbene, quando si è trovato davanti una frittatina di pasta l’ha prima osservata con cura da tutte le parti e poi – prima di assaggiarla – cominciando a salmodiare ha detto compiaciuto: “bella croccante”…

A cura di Nando Astarita

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