LUCIDA REALTA’ Racconto a cura di Gerardina Rainone – seconda e ultima parte

LUCIDA REALTA’
Parte seconda e ultima
Lo chiamo inutilmente e mentre il giovane si presenta come Manuel, un accordo disarmonico risuona alle sue spalle facendolo girare di colpo.

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Forse la mia mente si rifiutava di credere a ciò che vedeva, ma anche mettendo la testa di lato potevo ammirare un salto a quattro zampe di Chopin sul pianoforte nella stanza a me di fronte mentre cercava di catturare un pappagallino verde. “Pippo qui”, urla Manuel mentre io acciuffo il gattone e il pappagallino prende posto sulla spalla del giovane. Mi accingo a portare Chopin in casa dopo aver chiesto mille volte scusa, ma prima chiamo Patty mentre risalgo le scale per avvisarla degli ultimi fatti. Sul pianerottolo di casa mia ho la conferma assoluta della legge di Murphi e della sua esistenza:se qualcosa può andare storto andrà storto; indovinate dove erano le chiavi di casa? Col gatto sulla spalla chiamo di nuovo Patty e sciorino quello che era appena accaduto. Lei stavolta si calma e mi chiede se ho commesso qualche delitto contro l’umanità ultimamente o almeno una bestemmia sfuggita al controllo. L’apostrofo io stavolta e urlo “prima no, ma ora ne ho fatto una collezione di bestemmie, solo da stamane,che raggiungono anche la settima generazione e parenti acquisiti! Ho lasciato le chiavi dentro! “, le confesso ormai depressa. Patty ha sempre avuto la soluzione per ogni cosa e non si per de d’animo facilmente,al contrario mio che perdo le staffe abbastanza presto.”Marzia non preoccuparti”, mi dice. l’altro ieri non ti ho restituito le chiavi che mi hai dato da copiare e le ho ancora in borsa.”Non ci potevo credere.”Bingo”, urlo dalla gioia.”Mentre arrivo prendo anche da bere. Dobbiamo festeggiare una notizia che volevo rivelarti al bar” mi rivela Patty, ma nulla di più. Mistero su tutta la linea. Io sono curiosa come una scimmia ma Patty sa tenere un segreto. Non si é sbottonata. Mentre attendo l’arrivo della mia amica sento aprire una porta al terzo piano e dopo pochi passi appare Manu el sulle scale. “Perdonami ma venivo proprio da te poco fa. Ho bisogno delle chiavi del terrazzo e so che le hai in custodia insieme all’amministratore. Come mai sei sul pianerottolo?”Lo guardo meglio, alla luce del sole sembra proprio figo con i suoi capelli chiari e gli occhi neri e profondi.

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profondi. Mi sono sempre piaciuti quelli con il mento importante, trovo che dia una sensazione di forza e potenza maschile. Gli spiego l’inverosimile mattinata, tacendo della gradevole sorpresa nel vederlo,e quindi mi invita ad aspettare Patty da lui. Io non so se fidarmi, ma in fondo abita lì, anche se da te poi c’e Chopin che mi sta distruggendo la spalla, cosa di cui si accorge ma mi solleva prendendolo delicatamente in braccio. “Ok,ha conquistato anche Chopin che di solito soffia agli estranei, “penso,e mi avvio in casa sua. Chiude Pippo in una stanza e mi offre un caffè. La cucina è sobria ma elegante, direi stile essenziale e raffinato. Mi racconta del suo Master in economia e commercio,della famiglia trasferitasi da tempo dal Sud al Nord e di come si sia trovato bene a Bologna, nonostante il clima decisamente diverso dal Sud. Assaggio il caffè ed ho conferma di quello che dice perché é buonissimo. Mi offre anche un biscottino e mi suona qualcosa al piano. Sta prendendo una piega decisamente gradevole e positiva la gio rnata.”Ma ora parlami di te, perdonami se ti ho inondata con la mia vita. Scommetto che sei fidanzata, non può essere diversamente per una bella donna come te”. Mi sentii improvvisamente bene, coccolata e ammirata; tutto quello che piace ad una donna insomma.” Quindi hai avuto una brutta mattinata”, mi chiede, ma io avevo già dimenticato tutto mentre mi perdevo nei suoi occhi e raccontavo di mia madre e mio fratello e del lavoro appena trovato. Tutto sommato ne era valsa la pena di vivere tutto quel trambusto se la conclusione era quella piacevole conoscenza stavo pensando, quando mi suona il cellulare. Era Patty che si chiedeva dove fossi finita.” Esco sul pianerottolo al terzo piano”, le trillo felice. Insieme a me esce Manuel e i due non so perché restano un attimo come sospesi in una domanda, ma è solo un momento. Patty si butta al collo di Manuel, lo bacia appassionatamente e con voce acuta mi dice-:”Manuel Marzia, Marzia Manuel. Lui è la sorpresa di cui ti parlavo!”

Racconto a cura di Gerardina Rainone

Immagine di copertina e ritratti realizzati da Virginia Cioffi

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