Carlo Di Lieto affronta il “prodigio” Pirandello nelle sue segrete specularità.
Le sue analisi risultano sempre efficaci e puntuali, coerenti e congrue.
Trattare Pirandello con le sue doti pittoriche e musicali non è facile e riuscire a captare tutte le sue teorie teatrali, tuttora sempre valide, non è altrettanto facile.
Certamente, misura, intelligenza ricognitiva ed equilibrio partecipativo da parte di Carlo Di Lieto gli permettono di riclassificare, continuamente, la grandezza di un autore top, sempre più apprezzato a varie latitudini.
Ecco la nota editoriale di segnalazione:
L’indagine di questo testo costituisce un punto di approdo fondamentale per una verifica ad ampio spettro sul Pirandello “segreto”.
La specola di osservazione è la trasversalità esegetica della psicoanalisi freudiana e di quella di Ignacio Matte Blanco.
Questo studio mette in luce la costante passione di Pirandello per la pittura e la musica ed è un’accurata analisi dell’oscuro malessere del suo io diviso.
Dai taccuini traspare un Pirandello “inedito”, sorpreso nel suo laboratorio ad abbozzar versi o a tener desta l’ispirazione della visionarietà creativa per la sua opera teatrale.
Il testo pirandelliano viene analizzato in itinere e si configura come una struttura di compromesso tra la logica simmetrica e il processo primario, perché si possa accedere nella sfera più profonda dell’inconscio.
Il ritratto dell’Autore è dinamicamente costruito su due piani paralleli, quello della vita cosciente e quello della misteriosa realtà inconscia; nel segno del ritorno del rimosso non vengono tralasciate le matrici della sua estetica: Le alterazioni della personalità di Binet (1892) e la lezione di Gabriel Séaille.
Ecco una breve scheda sul bravissimo saggista:👇