Riforma pensioni 2025: le probabili novità – L’esperto fiscale risponde

Tra le principali novità che si intravedono per il 2025 è l’introduzione di incentivi per favorire la permanenza al lavoro di chi è prossimo alla pensione.

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Come avviene in altri Paesi, per affrontare il problema si studia la possibilità di un “allungamento della vita lavorativa che, oggi, costituisce una necessità per garantire la sostenibilità del sistema”.
Il Governo mira ad intervenire sul pubblico impiego, superando l’attuale obbligo di andare in quiescenza al raggiungimento dell’età pensionabile e dando la possibilità di rimanere al lavoro.
Anche per il settore privato si prevedono interventi simili, con meccanismi di incentivi alla permanenza in attività, sul modello del bonus Maroni.
Con tale modalità si pensa da un lato, ridurre la pressione sul sistema pensionistico e, dall’altro, garantire ai lavoratori un reddito più elevato al momento del pensionamento grazie a un periodo contributivo più lungo.
Inoltre, il Governo, nella manovra, tenta a potenziare la previdenza complementare, come “leva fondamentale” per integrare le pensioni pubbliche e garantire un reddito adeguato in età pensionabile.
Tra le misure infatti si evidenzia l’introduzione di una nuova fase di “silenzio-assenso” per il trattamento di fine rapporto (Tfr), che permetterebbe di destinare almeno il 25% della liquidazione dei neoassunti ai fondi pensione.

La misura è, per il Governo, il passo decisivo per incentivare i lavoratori, in particolare i più giovani, a investire nella previdenza complementare fin dai primi anni di carriera, aumentando così le loro risorse economiche per il futuro.
Un altro punto chiave del dibattito riguarda le modalità di accesso al pensionamento anticipato. Infatti i giovani che raggiungeranno l’età pensionabile a partire dal 2025 potranno contare su meccanismi che includeranno anche la rendita derivante dalle forme integrative di previdenza per raggiungere l’importo minimo del trattamento pensionistico richiesto. Questo permetterà loro di accedere al canale di pensionamento anticipato con 64 anni di età e 20 anni di versamenti, superando i vincoli attuali che richiedono un importo pari a 3 volte quello dell’assegno sociale, destinato a essere ridotto a 2,8 volte.

E’ sul tavolo, di nuovo, la proroga di Quota 103 , l’Ape sociale ed Opzione donna che, a seguito delle ultime modifiche in senso restrittivo hanno un impatto limitato e consentono ancora una certa flessibilità nell’uscita dal mondo del lavoro, pur garantendo un equilibrio finanziario a livello di sistema.
Ancora incerta la decisione, invece, in merito agli importi delle pensioni minime che, per una parte della maggioranza, andrebbero aumentate ma che potrebbe non trovare adeguata copertura .
Anche sulla perequazione annuale, che negli ultimi anni ha leggermente penalizzato gli assegni più alti la situazione non dovrebbe subire variazioni e restare la stessa del 2024.

E.N. Giurista ed Economista aziendale

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