Queste le parole di Sgarbi, accusato poi in secondo momento anche di furto:
“Non ho ricevuto nessun avviso d’indagine. Né saprei come essere indagato di un furto che non ho commesso. E per un reato compiuto 11 anni fa, in circostanze non chiarite dagli inquirenti di allora. Da questa notizia risulta una palese violazione del segreto istruttorio, l’unico reato di cui ci sia evidenza”
Le opere in questione sono due, la prima un’opera di Rutilio Manetti, alterata esteticamente, ritenuta di appartenenza del sottosegretario, l’opera fu presente ad un’asta tempo da portata dallo stesso Sgarbi. La seconda è un’opera di Valentin De Boulogne, esistono due versioni dell’opera, una vera ed una copia, si afferma che Sgarbi abbia quella vera e abbia restituito la copia dovendo tuttavia fare esattamente il contrario. Inoltre chiariamo che copie di opere d’arte già esistenti possono essere fatte, tuttavia bisogna dichiararne la provenienza e quindi che si tratta di una copia. Bisogna ora attendere per l’evoluzione del caso.
A cura della dott.ssa Fiorella Verile
Fonti: journalchc.com
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