Stipsi e irregolarità intestinale: come ritrovare il sorriso e godersi le vacanze grazie ai cibi giusti – I consigli della dott.ssa Feola
In vacanza l’intestino viene sottoposto a cambiamenti bruschi di routine, cibo, orario, ambiente che portano spesso a stitichezza o stipsi. E’ molto frequente nel mondo occidentale quanto virtualmente sconosciuta nei Paesi in via di sviluppo.
Ne soffre un quarto della popolazione, soprattutto nelle donne è tre volte più frequente e negli anziani over 65. Il benessere fisico può essere minacciato da gonfiore intestinale, sensazione di pienezza, crampi, fino alla comparsa di emorroidi. Inoltre una certa irritabilità generale dipende dal non aver eliminato le scorie. La regolarità del corpo può avere due grandi nemici: psiche e alimentazione. L’intestino è il nostro secondo cervello, infatti produce più serotonina (ormone del benessere) rispetto al cervello! C’è un’ intima relazione tra stato emotivo e funzione intestinale: è quella che tende a far correre in bagno prima di una prova importante e quella che per giorni non si “rilassa” trovandosi in un territorio sconosciuto.
La fibra un nutriente necessario per una corretta flora intestinale e una sana peristalsi
Oggi si considera soggetto a stipsi chi evacua meno di due volte a settimana. Questa eventualità non risiede nei popoli che basano l’alimentazione su cibi poco processati e freschi. Cereali integrali, vegetali, frutta e legumi sono tutti fonti abbondanti di fibra. Chi soffre di stitichezza può dunque puntare sull’alimentazione, aiuto necessario che conferisce una frequenza accettabile. In alternativa infatti molti ricorrono a farmaci presenti in commercio, una terapia che piu’ di altre scaturisce da un “fai da te” che non considera l’azione irritante di tali rimedi sulla parete intestinale e che peggiora e cronicizza il problema. Il dr D. Burkitt negli anni ’50, in Africa noto’ l’abbondanza e la frequenza delle feci nelle popolazioni locali (evacuazione dopo ogni pasto) deducendo, con i suoi studi, che questo risultato era dato dall’elevata assunzione di fibre vegetali 50-60 grammi al giorno, dosaggio doppio alle raccomandazioni delle moderne linee guida (30 grammi).
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La fibra: il primo contributo utile contro la stitichezza
Le società industrializzate abusano di carboidrati raffinati e cibi trasformati, cio’ determina feci scarse e poco voluminose perché l’intestino le riconosca e si attivi per espellerle. E’ possibile mischiare cereali integrali come l’avena in fiocchi o il cruschello di avena allo yogurt, in tal caso c’è una combinazione che funge da valido aiuto della fibra dei primi e dei batteri del secondo. Prima ancora di fare colazione è utile bere succo di mezzo limone spremuto aggiunto a un bicchiere di acqua calda. Contrariamente a quanto si pensi, questa formulazione non è “astringente” ma stimola il movimento intestinale dopo una notte di riposo, la produzione di succhi biliari e pancreatici. Anche la semplice acqua calda da sola è utile perché invia allo stomaco e al colon il segnale di svuotamento rispetto a qualcosa in arrivo. Se la stipsi è persistente occorre far entrare in campo le prugne secche, il cui effetto fisiologico favorevole per la peristalsi è stato ufficialmente riconosciuto dall’ EFSA (Agenzia europea per la sicurezza alimentare). Le prugne sono ricche di fibre solubili e sorbitolo, uno zucchero non assorbibile che che nell’intestino richiama acqua, ammorbidendo il contenuto intestinale. E’ preferibile mettere 5 prugne secche in acqua calda ad ammorbidire la sera prima di andare a letto per mangiarle al mattino seguente bevendone anche l’acqua. Metodo ancora più efficace consiste nell’aggiungere queste prugne allo yogurt, con dei fiocchi d’avena e dei semi di lino. Altro utilissimo rimedio è rappresentato dai kiwi, consumarne ogni giorno 2 maturi offre risultati insperati. La pera cotta rappresenta un lassativo naturale.
La posizione seduta l’errore più grande
Difficile da credere ma la posizione seduta tipica occidentale sul gabinetto e’ innaturale ed ostacola l’evacuazione perché formando un angolo di novanta gradi, tendiamo a chiudere lo sfintere anale. Più corretta la posizione “alla turca”, simile a quella dello squat, esercizio tipico che si fa in palestra. In tal modo la muscolatura rettale si distende favorendo la fisiologica liberazione completa dell’intestino. Questa posizione è facilmente ottenibile anche sul tradizionale wc, basta sollevare le gambe appoggiandole su una scaletta a due gradini. E’ un piccolo trucco che aiuta lo svuotamento intestinale e riduce la costipazione. Ultimo consiglio utile è la lettura di una rivista (seduti con le gambe appoggiate sul rialzo); distrarsi aiuta a dissipare la dose di aspettativa e lo stress che accompagna chi stenta a trovare la regolarità intestinale.
Fonti:
Stipsi-Forlytoday-Cecere-2019
(Male moderno)-Stitichezza-D.Rasio-2017
Clinical medical research-Internet Archive-Burkett
Dott.ssa Caterina Feola
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