Street art e diritti umani – Laika e la violenza di genere.

L’arte è un fenomeno sociale, soprattutto politico, chi non sostiene questo concetto di base di arte non ne comprende il senso, smonta le fondamenta della nostra cultura, svalutando cosi il lavoro degli artisti.

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I committenti del passato erano grandi signori che si occupavano di politica, papi, cancellieri, committenze pubbliche e private, tutto si interfacciava con i sistemi della politica. Nell’arte contemporanea il sistema non è poi così diverso, avviene in vari modi, diverse forme, strumenti e più che mai la street art ci restituisce questo messaggio, questo obbiettivo.

Questo tipo di arte di strada, da qui il nome, restituisce alla comunità dei messaggi che si interfacciano con la realtà sociale della quotidianità. Spesso di questi artisti non si conosce il volto perché il loro fine è prima di tutto discostarsi dal mercato agguerrito dell’arte e poi dare, in secondo luogo, più valore al messaggio della loro arte che al volto che la produce.

In poche parole, a loro non importa la riconoscenza di immagine quanto più, invece, i messaggi che le loro opere comunicano a chi le guarda. Come affermano Tomaso Montanari e Vincenzo Trione in un bellissimo testo intitolato “Contro le mostre”
“Mentre le mostre chiudono in gabbia a pagamento l’arte, la Street Art la restituisce a tutti gratuitamente. Mentre le prime la trasformano (l’arte) in intrattenimento, la seconda la trasforma in liberazione culturale. La Street Art ci apre gli occhi e ci permette di guardare la realtà”
I due storici dell’arte ci restituiscono una realtà nuda e cruda ma ci rilanciano un messaggio chiave, l’arte appartiene a tutti e la Street Art, in quanto pubblica, è una delle poche tipologie d’arte che, ad oggi, ancor segue quest’obbiettivo.

In onore della giornata internazionale contro la violenza sulle donne vorrei parlare di una street artist italiana, Laika.👇 

In onore della giornata internazionale contro la violenza sulle donne vorrei parlare di una street artist italiana, Laika. Recenti sono infatti le immagini del murales realizzato a Milano, in viale Tunisia angolo via Lecco, dedicato a Giulia Cecchettin (uccisa dall’ex fidanzato dopo che lei aveva provato a lasciarlo) e Gisel Pelicot (per anni drogata dal marito prima di dormire per permettere ad altri uomini di abusare di lei). Il murales intitolato “Smash the Patriarchy” rappresenta le due donne con il pugno alzato in segno di protesta contro la società patriarcale, rilanciando un messaggio molto importante: La società di oggi deve sdradicare il maschilismo ed il patriarcato alla ricerca di una parità sociale, partendo dall’educazione affettiva a casa e nelle scuole.
Di Laika non conosciamo il volto, conosciamo la sua arte disseminata per le strade e come lei tanti altri artisti come Banksy, Faith47, Vhils. Parlano di guerra, ambiente, uguaglianza di genere, politica usando l’arte come strumento perché questo è, strumento che restituisce al pubblico una chiave di decifrazione sociale.

A cura della dott.ssa Fiorella Verile

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