Praticamente supererá le onde che esso stesso ha generato. È questo il momento in cui l’aereo infrange il cosiddetto muro del suono producendo un boato molto rumoroso. Lo chiamiamo muro perché in quel momento le onde sono così vicine da creare un specie di muro d’aria che l’aereo “manda in frantumi” nel momento in cui lo colpisce (nella realtà, però, fisicamente non esiste nessun muro da abbattere).
L’espressione “muro del suono” venne adottata durante la seconda guerra mondiale durante le manovre per il bombardamento in picchiata poiché alcuni velivoli si distruggevano in aria come se avessero impattato contro un invisibile muro e divenne di uso comune nel linguaggio non scientifico.
La denominazione uscì dall’uso comune negli anni cinquanta quando gli aerei cominciarono a superare le velocità supersoniche in condizioni di volo continuo.
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