Vivere in una “villa” romana – a cura del prof. Giuseppe Papale
Nell'antica Roma, i nobili trascorrevano il loro otium nelle case di campagna, dette "villae", che in realtà divennero col tempo delle vere aziende agricole.
Clicca sull'immagine e visita la Pagina Facebook di Metodo Tramontano preparazione concorsi
Ampia abitazione di lusso, situate nei campi, che di solito erano di due tipi, a dire di Plinio il Vecchio e Vitruvio. La prima era la cosiddetta villa rustica, che, oltre l’edificio vero e proprio, era formata da terreni, affidata ad un ‘vilicus’, un fattore, che badava agli allevamenti, ai prodotti ed agli schiavi: questa tipologia di ‘villa’ era detta in verità ‘fundus’, ‘latifundus’ o ‘praedium’. Esse nacquero inizialmente a conduzione familiare ma con l’arrivo degli schiavi e con l’abbondanza dei raccolti si passò ad avere più ricchezza. Ciò permise anche scambi all’estero, l’acquisto di più latifondi e di schiavi. La ‘villa’ era composta di due cortili, detti ‘cohortes’, interno ed esterno, con vasche: la prima serviva per abbeverare le bestie, la lavorazione della lana e la macerazione del cuoio, la seconda per irrigare i campi.